Corriere della Sera

Frodi, niente sconti E sul rinvio dei decreti tensioni in Consiglio

- lorenzosal­via Lorenzo Salvia © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dubbi tecnici su alcune parti, con qualche tensione fra ministero dell’Economia e Palazzo Chigi. Problemi di copertura, cioè di soldi, su altre. La paura delle possibili reazioni su alcune materie, non solo il catasto ma anche i giochi, visto quello che è già successo sulla scuola. E poi la grande X: proprio mentre i ministri salivano lo scalone di Pa la z zo Ch i g i , la Co r te costituzio­nale ha rinviato la sentenza attesa per ieri, quella sul blocco degli scatti per i contratti dei dipendenti pubblici. E allora, in attesa di capire quanto valga davvero quella X, meglio far slittare di qualche giorno quel pacchetto di decreti che attuano la delega fiscale. Del resto il momento è delicato, a Roma come a Bruxelles, e su ogni scelta che riguarda soldi e tasse l’attenzione è tale da sfiorare la prudenza. Il primo rinvio era stato annunciato già lunedì sera: niente riforma del catasto perché l’aumento delle tasse sarebbe troppo forte e perché, dice il premier Matteo Renzi, arriverà in « un secondo momento, eventualme­nte dopo la tassa locale » , da regolare con la Legge di Stabilità. Ma non è una scelta senza conseguenz­e. Nello stesso decreto c’era un misura più volte annunciata e molto attesa dalle imprese, l’esenzione di Imu e Tasi per i macchinari fissi, i cosiddetti imbullonat­i. Congelato anche il decreto sulla riscossion­e, che spalma su un periodo più lungo il pagamento a rate dei debiti fiscali. Incassare più tardi costa, anche per lo Stato, e allora stop in attesa della Consulta. Non ci dovrebbero essere conseguenz­e sul bilancio, invece, dal decreto sulla revisione del forfait per le partite Iva. Come dicono al ministero dell’Economia, però, i dubbi erano «non solo tecnici ma anche politici». L’equilibrio generale della riforma, insomma, dipende da tutti i mattoncini dell’edificio. E per questo si ferma anche questo pezzo della delega, che dovrebbe far scendere dal 15 al 10% la tassazione fissa, recuperand­o il mancato gettito con un quota più alta di contributi. Poi c’è il grande rebus delle sanzioni penali, la questione che aveva portato il governo a ritirare il decreto approvato a dicembre per quella norma ribattezza­ta «salva Berlusconi», che non puniva l’evasione se la somma sottratta al Fisco non superava il 3% del reddito. « Vorrei rassicurar­e tutti — dice Renzi — la questione del 3% non c’è». Il testo stabilisce che alcuni re a t i , come il manca to versamento delle ritenute o dell’Iva, non sono punibili se prima dell’apertura del dibattimen­to nel processo di primo grado l’evasore salda il suo debito, anche usando la conciliazi­one o il ravvedimen­to operoso. Ma la non punibilità scatterebb­e anche «a seguito di accesso al regime di adempiment­o degli oneri documental­i». Non potrebbero essere perseguite penalmente, cioè, le società con sedi in più Paesi che mettono a disposizio­ne del Fisco la documentaz­ione di tutte le operazioni con le società controllat­e, una pratica posta osservazio­ne anche dall’Ue.

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