Berlusconi-Salvini, la cena del dialogo con timide «avance»
I due si danno tempo per un percorso comune
È il primo incontro dopo le elezioni regionali. E ognuno ci arriva con il suo carico di voti e le sue strategie politiche. Matteo Salvini, il leader della Lega rinata, varca il cancello di Arcore poco dopo le 21, insieme all’eminenza grigia Giancarlo Giorgetti. Ad aspettarlo sulla porta Silvio Berlusconi, insieme all’ex deputata europea Licia Ronzulli che ha giocato un ruolo importante nel riavvicinamento tra i due.
Prove di dialogo. Anzi timidi inizi di dialogo. Come ha detto lo stesso Salvini poco prima di arrivare ad Arcore: «Vedremo se con Berlusconi si potrà fare un percorso comune insieme, se c’è lo spazio bene, se no amici
I rapporti
Le ultime Amministrative hanno visto, in diversi Comuni e Regioni, il sorpasso della Lega su FI
Ma l’unione tra azzurri e Carroccio è stata alla base di alcune vittorie: e si è riaperta la discussione sul futuro del centrodestra come prima». Troppo distanti le posizioni per pensare che la cena di Arcore possa portare a decisioni e svolte immediate. «È prematuro — ripete come un mantra il leader del Carroccio — figuratevi se oggi (ieri per chi legge, ndr) si deciderà qualcosa, parleremo veramente del Milan». Ma al di là delle battute difensive di certo le avance politiche del capo di Forza Italia, che si chiami Partito repubblicano, contenitore, rassemblement o peggio ancora «lista unica», non rientrano nell’orizzonte attuale del capo del Carroccio. «Non l’abbiamo fatto quando eravamo al 4 per cento, figuriamoci ora» si fa sfuggire Salvini. Ma c’è un argomento forte che Berlusconi è intenzionato a mettere sul piatto e potrebbe portare a una prima convergenza: riguarda l’Italicum. Una lista unica aumenterebbe la chance di ottenere il premio di maggioranza che la legge elettorale assegna al partito e non alla coalizione. Argomento che però non scalda il cuore di Salvini che punta a essere il primo partito del centrodestra e non intende mischiare simbolo e identità, anche se in questo modo il ballottaggio, con ogni probabilità, riguarderebbe Pd e Movimento 5 Stelle. E almeno per quanto riguarda le amministrative del 2016 nelle grandi città — di cui si è parlato nel vertice — c’è sempre la possibilità di ritrovarsi al ballottaggio. Come dire, niente fusioni, niente scolorimenti, ma strada aperta a una possibile alleanza. È un primo passo. I due non si vedevano dai primi di marzo, quando si incontrarono nella residenza milanese di Berlusconi per trovare un accordo sul Veneto dopo la scissione del sindaco di Verona, Flavio Tosi.
A fare da scenario alla cena di Arcore, i fan club dei due schieramenti. Ieri, il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, lo ha ripetuto in tutte le salse: «Il programma è chiaro: uniti si vince. Con questa legge elettorale, semmai entrerà in vigore, è necessario che tutto il centrodestra si presenti unito con un unico programma e con un’unica strategia. Berlusconi e Salvini discuteranno di questo, di come realizzare questo percorso insieme. Le cose che ci uniscono sono molte, molte di più di quelle che ci separano». Un augurio più che un pronostico.
Sull’altro fronte l’analisi di Umberto Bossi: «Sarà una cena interlocutoria, prima o poi troveranno un accordo — dice il senatur che ieri era a cena con Giulio Tremonti — . Ma ora non sono pronti, per stringere intese devono esserci programmi scritti, non si può andare a caso. Salvini non rottamerà Berlusconi, non vedo oltretutto perché dovrebbe. Fi e il Carroccio proseguiranno per le loro strade: «una fusione non può esserci», il vaticinio dell’ex leader lumbard. Interviene anche il governatore
Il tavolo Il leghista era con Giancarlo Giorgetti, presente anche Licia Ronzulli
lombardo, Roberto Maroni: «Sono sicuro che da parte di Berlusconi ci sarà l’ascolto dovuto e si farà tutto quello che serve per garantire il proseguimento di questa coalizione che c’è in Lombardia e in Liguria e si è dimostrata vincente».
Ci si muove anche su un piano più pragmatico. Lo staff dei deputati alla Camera di FI fa sapere che «in queste settimane si è già riunito un gruppo di lavoro informale che ha aperto un cantiere comune su cinque aree tematiche. Esiste una condivisione di fondo. Tra i disastri di Renzi, le nostre idee di rivoluzione liberale e senza i brogli storici della sinistra, stravinceremo».