«Ho ucciso il benzinaio per sette euro»
Una lite per 7 euro, la differenza tra il prezzo solitamente pagato per un pieno e la somma che sabato gli aveva chiesto il benzinaio. «Sessantotto euro? Sono troppi, mica ho un camion, non li pago», ha urlato Mario Di Fiore, ex gestore di una piccola impresa edile. Nicola Lombardo, che da qualche mese lavorava al distributore di piazza Lolli, a Palermo, ha insistito e Di Fiore gli ha sparato alle spalle con una 7,65 che possedeva illegalmente dopo avere subito due rapine. Lo ha raccontato lui stesso durante un lungo interrogatorio nella notte tra lunedì e martedì. Ha detto di aver appreso della morte del benzinaio, deceduto all’ospedale ore dopo, dalla televisione. «Ho saputo che era sposato e aveva due figli, sono distrutto», ha detto al suo avvocato. Il pubblico ministero Ennio Petrigni ha disposto il fermo contestando al pensionato l’omicidio aggravato dai futili motivi.
Una sfida pacifica, almeno nelle intenzioni. Così giura anche Mauro Vascotto, presidente di Spiz, associazione di promozione sociale che domenica, ai Topolini, arriverà con guanti da lavoro, pagliette d’acciaio, bicarbonato... e cioè il necessario per provare a ripulire le scritte dei vandali dagli scogli, dalle docce, dalle pareti dello stabilimento balneare. Spiz si è organizzata in autonomia e non segue l’invito del pugile, ma come lui premette che «non c’è una questione anti-kosovara», che semmai «si tratta di una giornata contro le prepotenze». Sperando che i prepotenti stiano lontani.