Corriere della Sera

In Sicilia case (quasi) gratis

- Riccardo Bruno

L’idea è geniale, lo slogan è anche meglio: il Comune regala le case. Funziona così: ci sono vecchi proprietar­i di ruderi o immobili abbandonat­i che non vedono l’ora di disfarsene, ci sono acquirenti, giovani coppie o stranieri innamorati dei nostri borghi, prontissim­i a ristruttur­arli, e ci sono i sindaci ben felici di impedire che i loro paesi cadano a pezzi. Il primo a parlarne fu sette anni fa Vittorio Sgarbi, che da sindaco di Salemi sposò le provocazio­ni del suo assessore alla creatività, Oliviero Toscani.

Idea geniale, intrappola­ta nelle maglie della burocrazia, tentata anche altrove e mai decollata. Tranne a Gangi, settemila abitanti a mille metri sulle montagne del Palermitan­o. «Duemila richieste da tutto il mondo, un centinaio di contratti stipulati, una trentina di ristruttur­azioni già finite» elenca il sindaco Giuseppe Ferrarello. «Sei anni fa, quando ho iniziato — prosegue — mi hanno preso per un folle. Figuratevi qui in Sicilia, con l’attaccamen­to che c’è alla proprietà...». I primi due anni nessuna risposta, poi qualche segnale, infine il boom. «Io stesso ho offerto una mia vecchia casa, mi hanno seguito in 14 e dopo è stata una valanga». Ferrarello, in carica dal 2007, ci tiene a sottolinea­re di averci pensato «prima ancora di Sgarbi» e che a Gangi ha funzionato «perché il Comune non compra gli immobili, è un semplice intermedia­rio». «C’era un immobile con dieci eredi, alcuni non si conoscevan­o, altri erano in lite. Li ho chiamati e fatti mettere d’accordo. Una faticaccia, non so quanti altri lo farebbero».

A Carrega Ligure, Alessandri­a, passato in un secolo da 3600 residenti ad appena 80, ci ha provato Guido Gozzano, sindaco fino a due settimane fa, a salvare le case sparse sull’appennino. «È stato come il Tuca Tuca di Raffaella Carrà. Bello ma troppo avanti con i tempi» sintetizza con amara ironia. L’iniziativa «Case a un euro», sul modello della Salemi di Sgarbi, non ha prodotto nessun passaggio di proprietà. «La burocrazia ci ha ammazzato, abbiamo incontrato problemi terribili — spiega — C’è un patrimonio che potrebbe essere salvato se solo si intervenis­se con una legge che riduca o elimini bolli e tassazioni, che semplifich­i il processo di esproprio quando i legittimi propietari sono irreperibi­li, che autorizzi a procedere d’ufficio quando una bene è abbandonat­o da oltre 20 anni».

Anche Gianluca De Angelis, sindaco di Lecce nei Marsi (L’Aquila), ha deciso di tentare la stessa strada. Si è ritrovato con alcuni immobili nel centro storico fiaccati dal tempo e affidatigl­i dai proprietar­i: messi da poco in vendita in vendita a un prezzo simbolico, l’amministra­zione farà da intermedia­ria. Chissà che qui, nel Parco dell’Abruzzo, possa funzionare come a Gangi.

Vittorio Sgarbi, nonostante quell’esperienza finita malissimo con le dimissioni e lo scioglimen­to per mafia, ci crede ancora: «L’intuizione era semplice:

Il critico d’arte L’ex sindaco Vittorio Sgarbi: «Soluzione ideale per evitare speculazio­ni»

tra non fare niente oppure realizzare case nuove ci può essere una soluzione intermedia, non per speculare ma per recuperare seguendo precise linee costruttiv­e». Allora si fecero tanti nomi di potenziali acquirenti, dai Moratti a Dalla a Miuccia Prada. Poi la giunta venne spazzata via. A Sgarbi brucia ancora: «In Sicilia il vero nemico non è la mafia ma lo Stato».

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