Corriere della Sera

Jobs act, l’appello del Garante privacy «No a controlli invasivi sui lavoratori»

- Mariolina Iossa

628 I provvedime­nti collegiali presi dall’Authority, 385 le ispezioni anche con la Guardia di Finanza, 577 violazioni contestate

ROMA Saremo sempre più immersi in una vita telematica, connessi alla rete, ma restiamo persone reali. E quindi persone «vulnerabil­i», bisognose di tutela e protezione. Ne è convinto il Garante della Privacy, Antonello Soro, che ieri alla Camera ha letto la sintesi della relazione annuale dell’Autorità.

Le sue parole erano tanto più attese quanto più sono state dure le polemiche con i sindacati dei giorni scorsi sulle norme del Jobs act che conterrebb­ero forme di controllo telematico delle aziende sui lavoratori. Se c’è bisogno di modernizza­re la legge alla luce dei nuovi strumenti tecnologic­i, dice Soro, questo non può tradursi in un controllo a distanza della vita del lavoratore. «È auspicabil­e», ha affermato il Garante, che si impediscan­o «forme ingiustifi­cate e invasive di controllo». E ancora: «Un più profondo monitoragg­io di impianti e strumenti non deve tradursi in un’indebita profilazio­ne delle persone che lavorano».

Parole chiare alle quali ha annuito il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Nel ddl c’è equilibrio, ha assicurato la Boschi, e comunque «prenderemo in consideraz­ioni i suggerimen­ti che saranno dati nelle Commission­i come abbiamo sempre fatto». Anche il ministero del Lavoro getta acqua sul fuoco. Le norme sugli impianti audiovisiv­i e gli altri strumenti di controllo, già contengono «le indicazion­i che il Garante ha fornito negli ultimi anni, in particolar­e su posta elettronic­a e internet».

Il tema è delicatiss­imo. Proprio perché il rischio di essere spiati, controllat­i, truffati, è già una costante della nostra vita quotidiana. È il Garante stesso a prospettar­e lo scenario da «Grande fratello». La criminalit­à telematica, ammonisce Soro, è «in crescita esponenzia­le » . Quest’anno sono stati adottati 628 provvedime­nti collegiali dall’Authority, che ha fornito 4.894 riscontri tra quesiti, reclami e segnalazio­ni; sono stati decisi 306 ricorsi riguardant­i soprattutt­o banche e società finanziari­e, 385 le ispezioni a volte con la collaboraz­ione della Guardia di Finanza, 577 le violazioni amministra­tive contestate.

Sono continui ormai, dice Soro, gli assalti delle aziende telematich­e per scopi pubblicita­ri o commercial­i e della criminalit­à telematica per il furto di identità, la clonazione delle carte di credito, l’appropriaz­ione di dati personali sensibili per qualunque fine, con il gravissimo pericolo, per la democrazia, le libertà e i diritti di tutti, che «in una rete pervasiva di oggetti, che interagisc­ono e comunicano costanteme­nte, l’uomo si riduca ad un supporto, da analizzare, osservare nei comportame­nti, per condiziona­rne le scelte».

Equilibrio, ancora una volta, chiede il Garante. Come è stato per l’ambiente e per la cultura ambientali­sta, occorre una «Kyoto della protezione dei dati».

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