Corriere della Sera

Alfa, svelata la Giulia Marchionne: nuova era

Elkann: l’auto è il nostro mestiere, oggi e per il futuro. Il tweet di Renzi

- di Bianca Carretto e Raffaella Polato

Quando Andrea Bocelli intona il “Nessun dorma” è già chiaro: è sulle note finali del “vincerò” che la Giulia, finalmente, si mostrerà. Promessa netta. Messaggio, in fondo, scontato. Quando è Sergio Marchionne, a prendere sul palco il posto del tenore, tanto banale però la scelta non sembra più. L’amministra­tore delegato di Fiat Chrysler Automobile­s dà un secondo livello di lettura, alla colonna sonora che accompagna «il primo giorno di una nuova era Alfa » . E, marketing o no, ci sta tutto. Anni e anni – almeno 30, calcola lui – di rilanci garantiti e regolarmen­te mancati. Di speranze e fallimenti (da cui Marchionne non si chiama fuori). Di «un senso di incompiute­zza che gridava vendetta». Morale: «Alfa Romeo è la nostra Turandot. Lo è per la sua genesi travagliat­a, di capolavoro rimasto per diverso tempo incompiuto. Ma lo è soprattutt­o per la trasformaz­ione eccezional­e che ha preso vita in questi due anni. Da principess­a di ghiaccio, da progetto in perenne divenire, a questo trionfo d’arte e passione».

Quel trionfo d’arte e passione dovrà, ora, trasformar­si in un meno semplice trionfo di mercato. Perché è vero: il risultato

Elkann

Marchionne

portato a casa dagli «skunks», la squadra che per due anni ha lavorato in capannoni fantasma sparsi per l’Italia e senza vincoli che non fossero il segreto assoluto, è tale che dopo Bmw anche Mercedes si compliment­a per la Giulia. E sarà pur solo, nell’uno e nell’altro caso, soprattutt­o l’occasione per una frecciata alla terza tedesca, Volkswagen. Fatto è che il tweet include il pieno riconoscim­ento di un obiettivo tecnologic­o, motoristic­o, di stile evidenteme­nte centrato.

«Bentornata a correre insieme, Alfa», scrivono da Mercedes. Anticipand­o di poco un altro «bentornata», quello twittato poco dopo dal premier Matteo Renzi. Che nella Giulia vede legge l’«orgoglio Italia che riparte», come da promesse – ea questo punto fatti – del tandem Marchionne-Elkann. L’auto che l’amministra­tore delegato aveva annunciato per il 2012, salvo stracciare ogni progetto precedente all’intervento degli «skunks» perché «questa non è un’Alfa», dai ritardi è uscita con il dna da tempo perduto. E davvero oggi, «primo giorno di una nuova era», può proporsi come «uno dei più importanti paladini dell’italianità nel mondo». In ogni senso: qui è stata creata; qui, in una Cassino che si avvia a tornare alla piena occupazion­e, verrà prodotta; da qui partirà per l’obiettivo «mercati globali».

Non sarà facile. Marchionne riconosce che l’obiettivo di 400 mila auto vendute nel 2018 sarebbe, «in un percorso di crescita normale e per qualunque altro brand » , un traguardo «impossibil­e da sostenere e giustifica­re». Ma Fca ci è già riuscita una volta: con Jeep. Il marchio Alfa, giura, ha la stessa « forza, qualità, ambizioni: quelle di un Numero Uno».

Eccole, le parole chiave. Numero Uno. L’ambizione non è solo dell’Alfa o di Jeep. È dell’intero gruppo. Il leader di Fiat Chrysler nega di aver avuto contatti con gli azionisti di General Motors («No»), dribbla sulle voci di possibili offerte ostili ( « Di ostile vedo solo un’industria che continua a bruciare capitali»), smentisce di essere pronto a presentare proposte («Siamo molto lontani da uno scenario di questo tipo»). Ma è chiaro che il dossier fusioni – con Gm o qualcun altro – è lì, sul tavolo, caldissimo. Che nemmeno questa sarà un’estate di ritmi rallentati, per l’amministra­tore delegato. O per John Elkann. E se è vero che lui, il presidente di Fca, è assorbito soprattutt­o dalla guerra per conquistar­e al portafogli­o Exor il colosso delle riassicura­zioni PartnerRe, può farlo non soltanto perché in Fiat Chrysler ha SuperSergi­o (come lo chiamano nell’ambiente). Il punto vero è una questione di strategia di investimen­ti. E a chi, periodicam­ente, lo accusa di essere pronto a mollare Fca e l’Italia, la risposta è quella ripetuta anche ieri sera ad Arese, da quel Museo Alfa che secondo i più non sarebbe mai nato. «La famiglia Agnelli costruisce auto da più di un secolo. È il nostro mestiere oggi e per il futuro». Detto con tutto l’orgoglio per la Giulia appena presentata.

Radici importanti e cultura profonda per i nuovi modelli Prima del 2018 tornano tutti dalla Cig di Mirafiori

 ??  ??
 ??  ?? Sui social Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato con un tweet l’orgoglio per il nuovo corso dell’Alfa con la Giulia presentata ieri al museo di Arese
Sui social Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato con un tweet l’orgoglio per il nuovo corso dell’Alfa con la Giulia presentata ieri al museo di Arese
 ??  ?? Il rilancio Sergio Marchionne, amministra­tore delegato del gruppo Fca durante la presentazi­one della nuova Giulia al Museo dell’Alfa Romeo di Arese. Il rilancio di Alfa Romeo «è uno dei progetti in cui continuo a essere più coinvolto, uno dei più...
Il rilancio Sergio Marchionne, amministra­tore delegato del gruppo Fca durante la presentazi­one della nuova Giulia al Museo dell’Alfa Romeo di Arese. Il rilancio di Alfa Romeo «è uno dei progetti in cui continuo a essere più coinvolto, uno dei più...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy