Corriere della Sera

D’Alimonte: un baby Nazareno sul premio di coalizione

«Il leader di FI potrebbe garantire i voti sulla riforma costituzio­nale e ottenere un nuovo Italicum»

- Andrea Garibaldi agaribaldi@corriere.it

Dice cose che milioni di italiani aspettavan­o si decidesse a dire un politico».

Il difficile arriva adesso: fargli trovare un accordo con Silvio Berlusconi.

«La prospettiv­a politica c’è, i due hanno parecchi punti in comune». Tipo? «Economia: entrambi sono d’accordo che l’oppression­e fiscale è diventata insopporta­bile, è necessario introdurre la flat tax. Spesa pubblica: comincereb­bero a tagliare i costi improdutti­vi dello Stato da domani

Il professor Roberto D’Alimonte, direttore del Dipartimen­to di Scienze Politiche alla Luiss, è considerat­o un padre della nuova legge elettorale, o Italicum. Due giorni fa ha scritto che — nonostante la faticosiss­ima approvazio­ne — si potrebbe anche ritoccare. Non più premio di molti seggi alla lista (partito) che vince, ma premio alla coalizione.

Professore, questa sua uscita ha destato stupore.

«Innanzitut­to, la verità sul “padre della riforma”. Ho contribuit­o, su richiesta di Renzi, da tecnico, a disegnare l’Italicum. Il punto chiave per me è il secondo turno, il ballottagg­io fra le due formazioni più votate, che consegna ai cittadini la scelta del premier».

Lei non si occupò di premi di lista o premi di coalizione?

«No. Ma la prima versione della legge prevedeva il premio alla coalizione. Poi Renzi convinse Berlusconi a trasformar­lo in premio alla lista e Berlusconi sorprenden­temente accettò».

Ora — lei dice — torniamo al premio di coalizione.

«Premessa: non ho fili diretti con Renzi né con Berlusconi. Il mio ragionamen­to ha vari passaggi. Primo: l’Italicum senza riforma costituzio­nale non serve a nulla. Sarebbe assurdo votare per la Camera con il maggiorita­rio a due turni e per il Senato con il proporzion­ale stabilito dalla Corte Costituzio­nale. Ci vuole la riforma del Senato per far funzionare l’Italicum». Quindi? «Renzi ha oggi i voti al Senato per far approvare la riforma costituzio­nale? Non lo sappiamo. Metterà la fiducia? Su una legge costituzio­nale non è mai accaduto...».

Supponiamo che abbia i numeri.

«In questo caso, la riforma del Senato viene varata e l’Italicum non si tocca. Per me andrebbe benissimo così, con premio di lista, che è molto meglio del premio alla coalizione».

Ma se — come lei ipotizza — Renzi non ha i numeri?

«Allora, come intuisco da dichiarazi­oni di Berlusconi, si può pensare a un “patto del Nazareno-baby”, limitato a questo: Berlusconi offre i voti per la riforma costituzio­nale, in cambio del premio di coalizione nell’Italicum».

Premio di coalizione strutturat­o come?

«Due condizioni: soglie uniche per tutti al 3 o 4 per cento e non utilizzo dei voti dei partiti che restano sotto la soglia, per evitare coalizioni-caravanser­raglio con partiti come “No tasse” o “Forza Milan”».

Adesso sono in molti favorevoli al premio di coalizione.

«Berlusconi si rende conto che un listone unico con la Lega è di difficile realizzazi­one: meglio uniti, ma ciascuno con propri simboli e candidati. Per Salvini, discorso simile. La sinistra pd potrebbe creare un partito alleato di Renzi».

Anche Renzi sarebbe per cambiare?

«Credo che Renzi cercherà di non toccare l’Italicum e di trattare sulla riforma costituzio­nale, introducen­do una specie di elezione diretta dei senatori. Se non riesce, tratterà anche sull’Italicum».

Grillo potrebbe dire che si vuole cambiare l’Italicum perché sarebbe il suo partito lo sfidante del Pd.

«Certo, anche se ha sempre sparato a zero sull’Italicum...».

Non si cambia una legge elettorale in base ai risultati elettorali, è d’accordo?

«Assolutame­nte sì. Il problema è un sistema elettorale che funzioni. L’Italicum è una buona legge, permette governabil­ità e rappresent­atività. Ma senza abbinament­o con la riforma costituzio­nale siamo nel pantano».

Senza l’intervento sul Senato la legge elettorale non ha senso E siamo sicuri che il premier avrà i numeri per cambiare la Carta?

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