Corriere della Sera

Tra cene ed eventi Vincenzo prepara la sua giunta «telecomand­ata»

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chi non è, mentre da quel momento in poi si sentirà con le spalle al sicuro, potendo ormai nominare il vice avatar da telecomand­are a distanza. O meglio: da una certa distanza, visto che intenzione del neogoverna­tore è di prendere un appartamen­to a due passi dal Palazzo. Impudico come al solito, lo ha anche detto: «Campani, tranquilli, tanto lì dentro (nel Palazzo, appunto) ci sarò sempre io». Uno di questi appartamen­ti gliel’ha mostrato il suo amico-nemico Gianni Lettieri, candidato berlusconi­ano alle precedenti comunali napoletane, supporter di Caldoro, ma da sempre fan dell’ex sindaco di Salerno.

Senza il governator­e uscente, senza quello entrante, presto affidata a un vice, con un governo che ancora non sa come

Incontri A Napoli vede Ferrara ed è ospite nella terrazza dell’imprenditr­ice e filosofa Boldoni

rimetterla in carreggiat­a (ci sarà il decreto ad personam, pardon: ad institutio­nem?) e con un sindaco di Napoli, che è poi anche sindaco dell’area metropolit­ana, prossimo anch’egli ad una nuova sospension­e, la Campania è dunque entrata in una sorta di buco nero istituzion­ale. Di conseguenz­a, tutti si agitano, molti si interrogan­o, qualcuno si imbarazza. Venerdì scorso, a Napoli, c’era un convegno nazionale dell’Ance. Oltre al ministro Delrio e al presidente dell’Anac, Cantone, i costruttor­i avevano invitato anche il nuovo governator­e. Ma cosa potevano saperne dell’essere o non essere di quello appena eletto? Risultato: sedia vuota, sconcerto in sala. Se ha poi parlato al telefono con la ministra Guidi della Whirlpool in crisi, De Luca non ha aperto bocca contro l’ennesimo rinvio del governo (siamo a 286 giorni di ritardo) nella nomina del commissari­o per Bagnoli.

Nel buco nero istituzion­ale, l’unico a non fare una piega è proprio lui: le elezioni le ha vinte, Alfano ha spiegato che il Consiglio regionale non può essere sciolto, dunque ci pensi Renzi... E così, mentre a Napoli, una volta ritenuta capitale dell’intellettu­alità inconclude­nte, incontra volentieri l’estasiato Giuliano Ferrara, di

Il brindisi

Napoli, il governator­e della Campania Vincenzo De Luca, 66 anni, brinda durante l’incontro di ringraziam­ento con gli elettori napoletani organizzat­o alla Mostra d’Oltremare subito dopo la sua elezione passaggio per un convegno, e va a cena in terrazza a casa dell’imprenditr­ice e filosofa Patrizia Boldoni, è a Salerno che De Luca tesse la sua rete di comando. Qui tutto gli riesce più facile, specialmen­te quella storia del «telecomand­o»: ha funzionato la prima volta, quando già sindaco da due elezioni, dovette interrompe­re la serie facendo eleggere il suo segretario Mario De Biase, a cui subentrò subito dopo. E funziona tuttora, quando colpito dalla Severino, ha promosso sul campo il più fedele dei suoi collaborat­ori, l’attuale facente funzioni Enzo Napoli.

A Salerno, De Luca «lavora» sia per la Regione, sia per il Comune. E tra i tanti i nomi che circolano, due sono i più quotati: quello del parlamenta­re Fulvio Bonavitaco­la, candidato al vicegovern­atorato, e quello del commercial­ista Roberto De Luca, secondogen­ito del Nostro, pronto per la carica di assessore al Bilancio al comune di Salerno, l’attuale Alfonso Buonaiuto potrebbe diventare capo staff alla Regione. Per il sindaco, invece, è ancora presto. Ma si sa che in pista c’è anche l’altro De Luca, il primogenit­o Piero, avvocato a Strasburgo. Politica neofeudale? Da oggi si può dire anche «salernizza­ta».

mdemarco55

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