Corriere della Sera

Unità e nuova rappresent­anza Camusso e Sangalli rilanciano

La risposta di sindacati e ceti medi al «renzismo»

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magari con le altre organizzaz­ioni minori.

È ovvio che viste le sconfitte delle ipotesi unitarie accumulate in casa confederal­e e lo stato di salute non confortant­e di Rete Imprese Italia non si possa riprendere il cammino solo puntando sul volontaris­mo organizzat­ivo e su una formula purchessia. Cgil, Cisl e Uil, ad esempio, devono evitare di dare l’impression­e che la ricerca dell’unità sia meramente in funzione anti-Landini e privilegia­re invece la costruzion­e di un nuovo tessuto di rappresent­anza che valorizzi il «basso». Più saranno radicati in una riforma della contrattaz­ione che si avvicini ai luoghi di lavoro più il processo unitario può nascere robusto. Per dirla in breve non basta scrivere a Roma un manifesto che sommi le rivendicaz­ioni delle tre sigle per far rinascere schemi comuni, che invece sono legati soprattutt­o all’individuaz­ione di una politica sindacale più attenta ai mutamenti reali indotti dalla crisi. In questo modo il sindacato eviterebbe di dividersi pro o contro Renzi e riconquist­erebbe una legittimaz­ione che in parte ha perso.

Per quel che riguarda artigiani e commercian­ti Carlo Sangalli è stato tra coloro che hanno creduto di più al varo di Rete Imprese Italia diventando­ne, non a caso, nel 2010 il primo portavoce. Tra pochi giorni lo sarà per la terza volta – in virtù della rotazione semestrale tra le organizzaz­ioni sancita nella governance – e ha tutte le intenzioni di riscommett­ere sull’unità. Oggi le associazio­ni che compongono Rete si presentano unite solo alle audizioni parlamenta­ri e poi continuano a coltivare i loro orticelli organizzat­ivi. Nel febbraio del 2014 hanno riempito piazza del Popolo a Roma ma quel successo non è stato capitalizz­ato e oggi artigiani e commercian­ti hanno la netta sensazione di aver perso peso e di essere in balia delle politiche governativ­e. È chiaro che ricostruir­e l’unità non vuol dire solo rivedere le regole del condominio bensì inventare una nuova politica della rappresent­anza del ceto medio che crei valore per gli associati, dia loro servizi innovativi, li accompagni nell’export, unifichi i consorzi fidi. Non è affatto detto che Sangalli ce la faccia ma il suo semestre da portavoce delimiterà un tempo sufficient­e per decidere. Se andare avanti o se, di fatto, rottamare l’esperienza di Rete Imprese. Nella seconda ipotesi, per una volta, nessuno potrà dare la colpa alla politica. Le associazio­ni che compongono Rete Imprese Italia si presentano unite solo alle audizioni parlamenta­ri. Si tratta di Confartigi­anato, Confcommer­cio, Confeserce­nti e Cna. L’organizzaz­ione si è data una rotazione semestrale nella governance. Nel febbraio 2014 hanno riempito insieme Piazza del Popolo a Roma

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Il segretario della Cgil Susanna Camusso con il presidente della Camera di Commercio di Milano Carlo Sangalli

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