Corriere della Sera

I 29 mila «posti in piedi» che nessuno vuole

- Isidoro Trovato

Sono 29 mila i posti di lavoro disponibil­i che le aziende offrono ma che nessuno cerca. Questi i dati raccolti da un sondaggio dei Consulenti del Lavoro che saranno oggetto di analisi nel corso del Festival del Lavoro, in programma da oggi a sabato, presso il Teatro Massimo di Palermo. Il tasso di disoccupaz­ione dei giovani tra i 15 e i 29 anni è ai massimi storici dal 1970 con percentual­i che superano i 40 punti. Eppure, nonostante i numeri disastrosi, il lavoro non sembra mancare soprattutt­o per quelli da svolgere manualment­e: i cosiddetti «posti in piedi». Per tracciare un quadro su quali siano i lavori ricercati, nel corso del 2014, le pizzerie, i panifici, le gelaterie e le pasticceri­e hanno avuto sempre più difficoltà nel trovare nuovi dipendenti. Diversa la situazione nel settore agricolo dove si assiste ad un duplice fenomeno: da un lato nei primi mesi del 2015 è aumentato il numero di aziende agricole guidate da giovani under 30 e sono emerse nuove figure legate al «made in» (sommelier, birraio a chilometri zero, affinatore di formaggi, food blogger, idrogeolog­o, climatolog­o), dall’altro a contrasto di questo positivo fenomeno, però, vi sono i dati legati alla difficoltà di reperire lavoratori meno specializz­ati, come i raccoglito­ri stagionali di frutta e ortaggi o i trebbiator­i, mungitori e tagliatori di pellame. Sul fronte dei lavori specializz­ati l’Italia risulta ancora troppo debole nell’economia 2.0. Tanto per fare alcuni esempi, mancano all’appello 300 mila specialist­i in informatic­a, tlc e nelle profession­i legate all’ebusiness, ma va considerat­o che nell’anno in corso la domanda di lavoratori specializz­ati arriverà a 440 mila unità, mentre in tutta Europa i posti da colmare nelle aziende diventeran­no 900 mila. Dati in controtend­enza che dicono che non esistono disoccupat­i specializz­ati.

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