Corriere della Sera

I tenori Flórez e Kaufmann in perfetta parità

- Di Enrico Girardi

Chiedersi chi sia meglio non ha senso, perché non si tratta di Bartali e Coppi che scalano gli stessi passi dolomitici né del Real Madrid e del Barcellona che si sfidano sullo stesso terreno di gioco. Ma non c’è dubbio che i tenori Jonas Kaufmann ( foto) e Juan Diego Flórez sono oggi i beniamini del pubblico, sono i cantanti più amati e venerati della scena lirica mondiale e si dividono i favori di ogni platea.

Il caso (o forse no) ha voluto che si esibissero alla Scala a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, il tedesco in un tutto Puccini con orchestra (la Filarmonic­a ben guidata da Jochen Rieder), il peruviano in un’antologia di liriche e arie del belcanto italiano e del romanticis­mo francese con il pianista Vincenzo Scalera.

Boati, tifo da stadio, bis a non finire. Da questo punto di vista il match è finito in pareggio. Ma acuti, fiato, legato, fraseggio a parte, il bello delle loro prove si è apprezzato nel dominio delle risorse interpreta­tive e nella consapevol­ezza di quello che cantano: cioè a dire, mai un accento fuori posto, mai l’ombra della volgarità di tanti, troppi tenori. Jonas Kaufmann è un tenore drammatico, ama «spingere», non disdegna parti eroiche e strabilia con acuti in pianissimo che non si sono mai sentiti prima. Juan Diego Flórez è un tenore lirico di coloratura, ideale nel belcanto, e strabilia per l’agilità e la naturalezz­a del fraseggio. Calca le scene da più anni. È meno straripant­e di qualche anno fa ma vanta più controllo ed eleganza.

Sono ragazzi ancora giovani, seri e belli. Tuttavia la Scala non è stata ai loro piedi solo per un fatto di mero divismo, ma perché sono due musicisti veri. Recital di Jonas Kaufmann e Juan Diego Flórez

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