Corriere della Sera

Quelle code al bancomat

- Di Federico Fubini

Atene in coda davanti ai bancomat, 700 milioni di euro prelevati in tutta la Grecia. Che si prepara al default.

ATENE In una capitale piegata dalla disoccupaz­ione, sull’orlo di un attacco collettivo di isteria, c’è un uomo che può lamentarsi solo di un problema: ha troppo lavoro. Dipende dal fatto che Loukas Botas, 41 anni, è fra i pochi ad Atene che in questi giorni dispongono esattament­e della competenza giusta per prosperare mentre milioni di greci corrono ai bancomat a ritirare i loro denaro nel timore che fra pochi giorni non sarà più disponibil­e. Solo ieri in tutta la città si sono formate lunghe code davanti agli sportelli automatici e in Grecia sono stati prelevati 700 milioni di euro, polverizza­ndo il già abnorme record di 400 milioni di ritiri dai bancomat durante il panico dello scorso fine settimana.

È qui che il mestiere di Loukas Botas torna utile agli ateniesi: con la sua BLTech Smart Technologi­es, Botas installa allarmi, casseforti e telecamere di sicurezza. Nell’ultimo mese il suo giro d’affari, calcola, è cresciuto del 60% e a richiedere i suoi servizi sono per lo più famiglie del ceto medio e medio-alto. «Profession­isti, piccoli imprendito­ri, persone che abitano in villette o appartamen­ti con terrazze», dice.

Di rado a Loukas Botas accade di ascoltare ammissioni esplicite, ma nelle conversazi­oni con i clienti ha ormai registrato alcune caratteris­tiche ricorrenti. La prima è che le famiglie di ateniesi che adesso vogliono una telecamera in giardino e una sirena, di solito hanno in casa somme a cinque cifre. «Il più delle volte 10 o 15 mila euro», stima Botas. Non lo chiamano i veri ricchi, quelli che hanno spostato da tempo le loro fortune verso la Svizzera, il Lussemburg­o o l’Isola di Man. Hanno bisogno di lui i ceti medi che realizzano il proprio surrogato di un paradiso fiscale nel muro di casa, facendoci montare una cassaforte dentro. «Li capisco — ammette Botas —. Nell’ultimo mese, da quando la gente ha iniziato a togliere i soldi dalle banche per tenerli con sé, i furti e gli scassi si sono moltiplica­ti ovunque ad Atene». Nel suo mestiere lui ha una visuale privilegia­ta di come un panico finanziari­o covi a lungo, all’inizio come un virus quasi invisibile: i clienti che lo prendono d’assalto oggi, quasi sempre si erano già informati presso la sua azienda nei mesi scorsi. Allora non erano in preda al panico, ma sospettava­no già che presto lo sarebbero stati e volevano valutare come poter agire in quel caso.

Probabilme­nte nei prossimi giorni Botas lavorerà ancora più duro: lo si è capito fin dalle prime ore di ieri. Dalle nove di mattina una fila di risparmiat­ori si è formata in Odos Stadiou, davanti a una delle poche filiali di Piraeus Bank che di solito apre il sabato dalle dieci e trenta. Giunta l’ora, si è capito che serranda sarebbe rimasta giù anche se all’ingresso c’erano ormai più di cento persone lì per portare a casa i propri risparmi. La Banca di Grecia avrebbe dato istruzioni di non aprire «per ragioni di sicurezza», mancando la liquidità necessaria per soddisfare tutti i correntist­i.

Qualcuno ha battuto timidament­e sulla serranda della banca, un uomo ha lanciato un urlo — uno solo —, un’anziana si è sentita male, è stata stesa sul marciapied­e e una ragazza ha cercato di sostenerle in alto le gambe. Molti raccolti attorno all’anziana stesa a terra, la fila si è rotta. Non ci sono stati disordini, ma ad Atene le code ai bancomat erano visibili quasi ovunque. Corte o minime nei quartieri eleganti come Koronaki, dove vive chi ha già i propri depositi all’estero da un pezzo. Lunghe e continue invece nelle zone dei ceti medi degradati da anni di recessione, come Kypseli o Ampelokipi.

Un sintomo di quanto miope e confusa sia la classe politica greca, si è notato quando una delle file più affollate si è creata nel luogo che dovrebbe impedire che tutto ciò accada: il Parlamento. Durante il dibattito sul referendum sull’Europa, i deputati a decine sono usciti per rifornirsi al bancomat dell’atrio di tutti gli euro che riuscivano a ritirare. Non hanno tutti i torti perché, malgrado le rassicuraz­ioni del governo, non è certo che domani o la prossima settimana le banche greche riaprano. I loro depositi sono crollati in sette mesi da 173 meno di 130 miliardi di euro, il portafogli­o di prestiti ha tassi d’insolvenza al 40%, il capitale è costituto di crediti verso uno Stato greco che ormai è a un giorno dal default. In queste condizioni la Banca centrale europea non può più sostenere le banche elleniche: sono prossime a fallire,

I depositi I depositi delle banche sono crollati in sette mesi da 173 a meno di 130 miliardi di euro

e potrebbero diventare il fattore che obbligherà la Grecia a stampare moneta propria pur ricapitali­zzarle e, prima o poi, riaprirle. Per ora tutto questo non preoccupa Loukas Botas, l’installato­re di allarmi. Lui, dice, non ha ritirato i propri risparmi: «Non c’è ragione: averli in banca o a casa è pericoloso nello stesso modo».

 ??  ?? Assalto alle banche Le code dei correntist­i davanti a un bancomat nella capitale greca per i timori di una crisi di liquidità
Assalto alle banche Le code dei correntist­i davanti a un bancomat nella capitale greca per i timori di una crisi di liquidità
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