L’euro-referendum procede a ostacoli L’azzardo di Tsipras spacca il Parlamento
BRUXELLES Messo da parte nei negoziati dopo lo scivolone di Riga a fine aprile, ieri il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis si è ripreso la scena. Prima non ha firmato la dichiarazione dell’Eurogruppo che si impegna a «fare tutto il necessario per assicurare la stabilità finanziaria dell’area euro». Poi, dopo aver lasciato gli altri 18 ministri finanziari a discutere sulle conseguenze della decisione della Grecia di indire un referendum sull’accordo con i creditori per il 5 luglio, ha spiegato la sua versione dei fatti.
Primo: «il referendum non è sull’euro». Secondo: il mandato elettorale che del governo Tsipras, con il 36% dei voti, non basta per accettare le condizioni proposte dai creditori. «Per una decisione del genere ci vuole come minimo il 50% più uno e questo è il motivo del referendum». Varoufakis ha spiegato che «i termini dell’accordo erano recessivi, i numeri dei finanziamenti non tornavano e non c’erano elementi che suggerissero che il piano avrebbe posto fine alla crisi». La decisione dell’Eurogruppo di non estendere il programma per pochi giorni «certamente danneggia la credibilità dell’Eurogruppo come unione democratica di Paesi membri, un danno permanente». Il premier Alexis Tsipras rincara. In un colloquio telefonico con la cancelliera Angela Merkel e il presidente François Hollande ha detto che «il popolo greco sopravviverà», «il valore sommo è la democrazia». Ad Atene sale la tensione. Oggi Antonis Samaras, ex premier prima di Tsipras e leader del partito conservatore europeista Nea Demokratia, che si era detto disposto a entrare in un governo di coalizione, incontrerà il presidente della Repubblica, Prokopis Paulopoulos. È possibile che chieda di dichiarare incostituzionale il referendum, anche se il Parlamento ne ha votato l’ammissibilità, o addirittura di dimettersi per far cadere il governo. Contro il referendum anche l’ex premier socialista George Papandreou: «È un tentativo di spostare sul popolo il fallimento dei negoziati» di Tsipras. Il leader del Pasok Fofi Genimmata ne ha chiesto le dimissioni.