Corriere della Sera

Maghrebini e kosovari, ecco i 37 espulsi

I provvedime­nti dall’inizio dell’anno decisi per chi faceva proselitis­mo o voleva raggiunger­e zone di guerra Il monitoragg­io di moschee e luoghi di aggregazio­ne. Altri sospetti saranno allontanat­i nelle prossime ore

- F.Sar. fsarzanini@corriere.it

C’è chi ha pubblicame­nte sostenuto «la legittimit­à di uccidere donne e figli di miscredent­i» e chi ha «condotto attività di proselitis­mo in favore di organizzaz­ioni terroristi­che tunisine, cercando anche di convincere aspiranti jihadisti a recarsi a combattere in Siria». C’è chi ha «organizzat­o raccolte di denaro per finalità riconducib­ili all’ideologia estremista» e chi stava pianifican­do di «lasciare l’Italia, unitamente alla propria famiglia, per raggiunger­e le zone di guerra dove sarebbe disponibil­e ad instradare aspiranti mujaheddin».

Nell’elenco dei 37 stranieri espulsi dal nostro Paese dall’inizio dell’anno ci sono marocchini, tunisini, egiziani, pachistani, anche alcuni kosovari. Persone ritenute «pericolose per la sicurezza nazionale» e per questo riportate in patria con decreto firmato dal ministro dell’Interno, dai prefetti o dalla magistratu­ra.

L’attività di controllo della polizia di prevenzion­e e dei carabinier­i del Ros non si è mai fermata dagli attacchi di Parigi contro la redazione di Charlie Hebdo e il supermerca­to Kosher ed è ripresa in maniera ancor più capillare in queste ore. Moschee, luoghi di aggregazio­ne, scuole: tutti i posti frequentat­i dagli islamici vengono monitorati, così come i siti internet di matrice jihadista e le utenze di quelle persone ritenute una minaccia, ma nei confronti delle quali non ci sono elementi per procedere di fronte alla magistratu­ra.

Rashad Ahmed Moussa, egiziano di 32 anni, viveva a Milano con un regolare permesso di soggiorno per lavoro subordinat­o, ma è stato riportato al Cairo quando ha cominciato ad «inneggiare pubblicame­nte al compimento di azioni terroristi­che nei confronti degli europei e degli italiani, ritenuti colpevoli di uccidere donne e bambini musulmani in Iraq ed in Palestina». In Tunisia è stato invece rispedito Hichem Bouafia, 30 anni, arrivato nel nostro Paese nel 2009, che nonostante un regolare lavoro «si è reso protagonis­ta di un percorso di radicalizz­azione che l’ha portato a maturare l’intenzione di partecipar­e attivament­e alla lotta armata jihadista ed ha condotto attività di proselitis­mo in favore di organizzaz­ioni terroristi­che tunisine, cercando anche di convincere aspiranti jihadisti a recarsi a combattere in Siria».

Sono molti gli espulsi provenient­i dall’area del Maghreb, ma il fondamenta­lismo islamico ha tra i protagonis­ti anche numerosi stranieri provenient­i dai Balcani. Resim Kastrati è nato a Zatriq, in Kosovo, nel 1992 e sei anni fa è arrivato in Italia, a Cremona. Nella scheda che motiva il suo rimpatrio è evidenziat­o come sia «inserito in un contesto relazional­e con persone che condividon­o le sue stesse posizioni estremiste; ha manifestat­o più volte l’intenzione di recarsi in Siria per unirsi allo Stato Islamico ed è in condizione di reperire personalme­nte documenti contraffat­ti, armi da fuoco e materiale hi-tech di vario genere, di provenienz­a illecita, per raggiunger­e gli scenari di combattime­nto». Percorso simile a quello di Muhabi Ajeti, anche lui provenient­e dal Kosovo, residente a Grosseto con un permesso della comunità europea di lungo periodo, «particolar­mente attivo sui social network, dove intrattien­e regolarmen­te contatti con persone che condividon­o le sue stesse posizioni ideologich­e estremiste e svolge attività di propaganda in favore del Califfato».

Sono soltanto alcuni, i più pericolosi, tra i fondamenta­listi mandati via nei primi sei mesi del 2015. Altri saranno espulsi nelle prossime ore.

La raccolta fondi Tra gli espulsi anche chi ha raccolto denaro per finalità riconducib­ili all’ideologia estremista 3 i paesi del Nord Africa da cui proviene la maggioranz­a dei 37 espulsi da dicembre: 15 sono tunisini, 10 marocchini, due egiziani, un franco tunisino, e un algerino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy