Corriere della Sera

Speranza rilancia il dissenso pd Reichlin: non siate una setta Poi si scatena contro il premier

- Alessandro Trocino

«Noi vogliamo bene al Pd, ma non si può abusare all’infinito del nostro senso di responsabi­lità. É sbagliato uscire dal partito, ma serve una nuova ripartenza». Roberto Speranza guida la carica della minoranza pd. Lo fa in un’assemblea fondativa del processo che dovrà portare all’unificazio­ne della sua area con la sinistra dem di Gianni Cuperlo. Ad applaudirl­o, in un centro congressi di via Margutta ci sono anche vecchi big come Pier Luigi Bersani, che rimane un passo indietro per non esporre la minoranza all’accusa di rispolvera­re i soliti nomi ( assenti Rosy Bindi e Massimo D’Alema, a un matrimonio).

«Si è rotto un patto con gli elettori — dice Speranza — e tocca a noi dare una risposta». Il «noi» fa capo anche a Gianni Cuperlo, che vorrebbe «patti federativi dentro, ma anche fuori dal Pd»: «Dobbiamo accelerare. A metà luglio ci sarà un incontro di sinistra dem. E a ottobre faremo una grande assemblea insieme». Prima non si starà fermi: «Possiamo già collaborar­e nei gruppi pd e lanciare anche un seminario su Europa e sovranità».

Speranza rivendica le dimissioni da capogruppo: «Non sono pentito». E racconta i «tre grandi errori» di Renzi: il Jobs act, «fatto contro il mondo del lavoro, insultando i sindacati»; la riforma della scuola; e la legge elettorale, «un errore gravissimo che può provocare disastri». Ma quello che non va è la linea di Renzi, «che punta a dividere»: «Matteo sbaglia a parlare male della sinistra, perché sega l’albero su cui è seduto. Deve cambiare rotta». Per Speranza occorre ricostruir­e un centrosini­stra che «è stato raso al suolo»: «L’autosuffic­ienza è irrealisti­ca». Speranza chiede a Renzi di accelerare su fisco, ius soli, diritti civili. E spiega che il Pd «non può essere il megafono di Palazzo Chigi».

Nel pubblico ci sono Alfredo D’Attorre e Miguel Gotor. E c’è Vasco Errani, un po’ defilato, riemerso dopo l’annullamen­to della sua condanna: «Darà un contributo al Pd» annuncia Speranza. Poi parla Cuperlo: «Non siamo la stampella di Renzi». La sinistra europea, dice, «pare un fantasma, è priva di passioni: non ha mai conosciuto una parabola più modesta». Cuperlo ne ha anche per i renziani critici (anche Speranza affonda contro «i renziani dell’ultima ora»): «Chi leviga gli spigoli o mette a posto il mobilio sbaglia». Poi cita Gianni Rivera: «Prima i fuoriclass­e lanciavano la palla sul piede dell’avversario. Lui lanciava la palla in una zona del campo dove non c’era nessuno e dove però arrivava l’attaccante. La sinistra deve imitarlo».

Tra gli interventi più applauditi, quello di uno storico dirigente, Alfredo Reichlin, che prima mette in guardia la minoranza: «Non siate una setta». E poi è durissimo con Renzi: «Il suo sbaglio drammatico è stato quello di creare un partito personale, trasformis­ta. È anche ignorante, non si possono asfaltare i valori. É da stupido pensare di giocare con la destra come il gatto con il topo». L’ultimo colpo lo dà Flavio Zanonato, che paragona Renzi al Sordi del Marchese del Grillo: «Io so’ io e voi non siete...».

Dai « renziani dell’ultima ora», fondatori con Maurizio Martina della corrente Sinistra è cambiament­o, arriva la risposta di Matteo Mauri: «Questo è tatticismo autorefere­nziale».

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valori del Pd del
2008 ( LaPresse, BenvegnùGu­aitoli)
3 Intervenut­o anche Alfredo Reichlin, 90, che ha presieduto il comitato per il Manifesto dei valori del Pd del 2008 ( LaPresse, BenvegnùGu­aitoli)
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1 Il deputato dem Roberto Speranza, 36 anni, leader di Area riformista, ha riunito a Roma la minoranza pd 1
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2 In platea, l’ex governator­e Vasco Errani, 60, e gli ex ministri Vincenzo Visco,73, e Pier Luigi Bersani, 63

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