Corriere della Sera

«Olimpiadi, convincerò anche i 5 Stelle Un inviato di Cantone sugli appalti»

- Di Andrea Garibaldi

Giovanni Malagò è partito alla conquista delle Olimpiadi 2024 per Roma, svolge dunque la funzione più spettacola­re della sua carica di presidente Coni. Siede nella sua stanza del palazzo H del Foro Italico, progettato nel 1928 da Enrico Del Debbio, stanza grande quasi come un campo di calcio a 5 e tiene d’occhio, sulla parete a sinistra, un pannello con le foto dei 101 membri del Comitato olimpico internazio­nale, da Vitaly Smirnov, a José Perurena a Lingwei Li. Sono loro che sceglieran­no la città sede dei Giochi (Olimpiadi e Paralimpia­di) fra dieci anni: si tratta di convincerl­i a votare Roma. Una corsa a tappe di qui alla decisione, fissata per il 2017, a Lima.

Ma Roma, presidente Malagò, appare così avvilita: traffico, trasporti scadenti, rifiuti spediti all’estero...

«Abbiamo problemi, difficoltà, talloni d’Achille, come negarlo? Ma abbiamo anche chances uniche, l’arte, la cultura. Nell’assegnazio­ne contano tanti fattori». Per esempio? «Roma è sede del Vaticano. Ha una forte e radicata comunità ebraica. Ha una comunità islamica ben integrata attorno alla sua moschea, che tra l’altro è nella zona degli impianti dell’Acqua Acetosa, nati per le Olimpiadi del 1960».

È stato ipotizzato che piazza San Pietro possa essere il campo di gara del tiro con l’arco.

«Circolano tante parole in libertà. Ma i luoghi classici di Roma non sono importanti solo come teatri delle competizio­ni. Per i membri del Cio, l’idea di poter visitare Musei Vaticani, Cappella Sistina, San Pietro segna punti a nostro favore».

Si è parlato di lotta greco romana nella Basilica di Massenzio o al Circo Massimo. Poi, c’è il solito Colosseo... Le strutture Roma dispone già del 70% degli impianti. Ma grazie ai Giochi avrà cose che non vedo come potrebbe realizzare in altro modo. Porteremo delegazion­i straniere in periferia dove dei palazzi saranno ristruttur­ati Le altre città Possiamo utilizzare altre città per le gare. Come Firenze e Napoli, dove si va in meno tempo che da una parte all’altra della Capitale. Il Colosseo? Può essere una sede per le premiazion­i Le spese Sarà una preparazio­ne ecososteni­bile, la seguirà un «agente» degli ambientali­sti. Spenderemo 10-15 milioni per candidarci senza chiedere fondi al governo. Avremo 2,5 miliardi di ricavi

«A tutti piacerebbe utilizzare il Colosseo, ma non è semplice, per le Olimpiadi esistono parametri precisi da rispettare. I luoghi unici di Roma si possono “coinvolger­e” in tanti modi: nel Colosseo, al Circo Massimo potremmo prevedere cerimonie di premiazion­e».

Un elemento a sfavore dell’Italia è la conclamata permeabili­tà alla corruzione.

«Con Raffaele Cantone, presidente della Autorità nazionale anticorruz­ione, abbiamo preparato un protocollo sui criteri di realizzazi­one delle opere. Cantone distaccher­à un suo uomo di fiducia per le Olimpiadi. Vogliamo prevenire, evitare riparazion­i in corso d’opera o inchieste a posteriori». Cosa guadagnerà Roma? «Non otterremo le Olimpiadi con questo Tevere non navigabile e con queste banchine. Dovremo moltiplica­re le piste ciclabili. Porteremo sedi per delegazion­i straniere in zone disagiate della città. Grazie alle Olimpiadi, Roma avrà cose che non potrebbe realizzare in altro modo».

Giochi attenti all’ambiente?

«Con tutte le associazio­ni ambientali­ste abbiamo scritto un vademecum sull’eco-sostenibil­ità delle Olimpiadi. Le associazio­ni nominerann­o un loro “agente” per la preparazio­ne dell’evento».

Di quali opere nuove ci sarà bisogno?

«Un villaggio per gli atleti. Un altro Palazzo dello Sport. Una struttura coperta multidisci­plinare. Un impianto per canottaggi­o, canoa, nuoto di fondo e triathlon. Un velodromo. Un centro per i media. Quando sia possibile, sfrutterem­o cubature non utilizzate, per non consumare nuovo suolo. O faremo opere temporanee».

Poi ci sono gli impianti da ristruttur­are, modernizza­re.

«Al primo posto: la Città dello Sport dell’architetto Calatrava a Tor Vergata, la grande incompiuta romana. La Nuova Fiera di Roma sulla Roma-Fiumicino, molto sottoutili­zzata: qui faremo pugilato, lotta, judo, scherma, taekwondo. Lo Stadio Olimpico sarà perfetto già per gli Europei di calcio 2020. E il Foro Italico, e l’Eur».

Quanti impianti nuovi e quanti già esistenti?

«Trenta e settanta per cento».

Le Olimpiadi avranno il centro in una zona, come è stato per il Parco olimpico di Londra 2012?

«Più l’Olimpiade si concentra, più cresce l’appeal agli occhi del Cio. La spina dorsale sarà il Foro Italico».

Ci saranno gare anche in altre città?

«Il Cio ha introdotto flessibili­tà sulle sedi. Ma non faremo il tiro a volo ad Aosta e l’equitazion­e a Catania. Possiamo utilizzare città come Firenze e Napoli, dove si arriva in treno in meno tempo che da Roma nord a Roma sud. Il calcio può avere da 6 a 8 sedi, per la vela si

Chi è

Giovanni Malagò, 56 anni, guida il Coni dal 2013. Da atleta ha vinto 3 scudetti nel calcio a 5. Dal 1997 è presidente del Circolo Canottieri Aniene. Ha guidato il Comitato organizzat­ore dei Mondiali di nuoto di Roma 2009

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