Corriere della Sera

L’avvocato Mary, l’italo-americana che ha convinto la Corte Suprema

- Elena Tebano

L’alfa e l’omega dei matrimoni gay negli Stati Uniti è un ’italoameri­cana di 54 anni, Mary Bonauto. È stata lei a far arrivare di fronte alla Corte Suprema federale i casi che venerdì hanno permesso di abolire in tutti e 50 gli Stati dell’Unione il divieto di nozze gay. Ed era stata lei nel 2003, quando praticamen­te nessuno ci credeva, a convincere la Corte Suprema del Massachuse­tts che era incostituz­ionale impedire alle coppie dello stesso sesso di sposarsi, portando alla prima legalizzaz­ione del matrimonio gay negli Stati Uniti. «La decisione dei giudici del Massachuse­tts fu controvers­a, coraggiosa e corretta: sosteneva che il matrimonio è un’istituzion­e sociale vitale, che la Costituzio­ne tutela la dignità e l’uguaglianz­a di tutte le persone e vieta di creare cittadini di seconda classe — dice al Corriere —. È lo stesso ragionamen­to che ha fatto adesso la Corte Suprema federale». Nipote di italiani («Mia nonna materna era una Spinelli e viveva a New York. Mio nonno è arrivato da Sarno: si chiamava “Bonaiuto”, ma il cognome fu americaniz­zato»), è responsabi­le della strategia legale della Gay and Lesbian Advocates and Defenders (Glad), associazio­ne no profit di Boston. Ha iniziato a rivolgersi ai tribunali per combattere la discrimina­zione di gay e lesbiche negli anni 90, quando le rivendicaz­ioni degli attivisti Lgbt passavano principalm­ente dalla politica e il matrimonio era il loro ultimo pensiero. Bonauto ha costruito una strategia legale fatta di piccoli passi, aiutando alcune coppie gay e lesbiche del Vermont a fare ricorso per chiedere licenze per sposarsi. Strategia che, dopo i primi insuccessi, ha portato alla sentenza del novembre 2003 che ha reso legali le nozze gay in Massachuse­tts. Quando il 17 maggio del 2004 vennero celebrati i primi matrimoni, lei dovette arrivarci scortata dalla polizia ( nella foto). «Dopo che le coppie dello stesso sesso hanno iniziato a sposarsi, le paure di chi era contrario hanno cominciato a diminuire: hanno visto che non toglievano niente agli altri» spiega oggi Bonauto. Tra le coppie convolate a nozze man mano che gli Stati legalizzav­ano (sono stati 37 prima di venerdì) ci sono anche lei e la moglie Jennifer Wriggins, professore­ssa dell’Università del Maine, dove vivono con le due figlie gemelle. Poi ad aprile Mary ha tenuto l’ultima arringa di fronte alla Corte Suprema . Venerdì la sentenza che l’ha fatta entrare nella storia.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy