Corriere della Sera

I due killer in fuga dal carcere Muore il Bello, braccato l’altro

Stati Uniti, sesso e disegni di Tony Soprano dietro all’evasione

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film per una storia cruda iniziata tre settimane fa.

È il 6 giugno, nella prigione di Dannemora si accorgono che mancano all’appello due detenuti. Matt e Sweat, per l’appunto, tipi svegli e duri con alle spalle condanne per omicidio. Hanno fatto dei manichini con gli stracci e li hanno messi sotto le coperte della branda. Quindi sono scappati attraverso una serie di aperture create nella parete della cella, nei tubi dell’aria condiziona­ta e nei camminamen­ti, fino ad arrivare a un tombino della strada adiacente al penitenzia­rio.

Un lavoro pazzesco che mette alla berlina i dirigenti di un carcere che dovrebbe essere di «massima sicurezza» ma somiglia — perdonatec­i la parola — a un bordello. I due banditi sono fieri della beffa e si lasciano alle spalle, attaccato a una delle brecce un foglietto. C’è scritto «buona giornata a tutti».

Scatta la caccia all’uomo, con media e polizia che invadono una zona fatta di case di vacanza, boscaglia fitta e tranquilli­tà. Almeno fino a quel maledetto giorno. Il governator­e Cuomo, infuriato per un’evasione che ricorda quella da Alcatraz nel 1962, ordina un’inchiesta severa che scopre quello che tutti sapevano. La fuga è stata resa possibile da complicità interne.

La prima a pagare è Joyce Mitchell, 51 anni, nonna e moglie infedele, responsabi­le della sartoria della prigione. È qui che incontra Matt e Sweat. Due killer ma abili marpioni che intortano la donna «facendola sentire speciale». Scambi di effusioni, regalini e dolcetti e poi rapporti sessuali. Richard e Joyce si incontrano quattro volte la settimana nel magazzino. «Dobbiamo contare gli abiti», è la frase. Fanno altro.

L’impiegata, ora in arresto, è accusata di aver favorito il piano di fuga. Avrebbe dovuto anche caricare in auto i due, ma all’ultimo istante si è pentita ed è corsa in ospedale, abbandonan­do sorpresa, che sono stati messi in vendita per 2 mila dollari l’uno.

Racconti che fanno da sfondo alla gigantesca operazione di ricerca. La polizia, ad un certo punto, si era convinta che i fuggiaschi fossero «già in Messico o in Canada». Invece una traccia di Dna trovata il 20 giugno in una casa a 25 chilometri dal carcere rivela che i due sono ancora vicini.

Oltre mille agenti rastrellan­o palmo a palmo la regione, sotto l’occhio delle tv che non trasmetton­o altro. La morsa si stringe. Richard «il bello» Matt è il primo a cadere.

@guidoolimp­io

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 ??  ?? Richard Matt ( in alto), ucciso venerdì, e David Sweat, in fuga. I due sono stati aiutati da Joyce Mitchell ( sopra)
Richard Matt ( in alto), ucciso venerdì, e David Sweat, in fuga. I due sono stati aiutati da Joyce Mitchell ( sopra)
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