Corriere della Sera

E IL GOVERNO CAMPANO NON RIGUARDA PIÙ RENZI

- Di Marco Demarco

Renzi ha fatto la cosa giusta. Anzi: l’unica cosa giusta che poteva fare. Nell’affrontare il caso De Luca, un caso politico destinato a confermare lo stereotipo di una italianità arruffona, è riuscito a portarsi fuori, con uno strappo alla Barone di Münchhause­n, dal guazzabugl­io tecnicogiu­ridico in cui eravamo. Un guazzabugl­io determinat­osi con l’elezione di un governator­e destinato a essere sospeso per effetto di una legge, la Severino, discutibil­e quanto si vuole, contestata sebbene approvata con enfasi e su cui pende un’eccezione di incostituz­ionalità, ma che fino a prova contraria è e resta una legge dello Stato. Con la sospension­e di De Luca, Renzi ha messo il punto a un brutto racconto, che però in parte aveva contribuit­o a scrivere. Ora, per rendere netto il valore della sua scelta, oltre a sospendere De Luca, non ha fatto altro. In particolar­e, non ha firmato quel provvedime­nto correttivo della Severino e protettivo degli atti compiuti dal governator­e prima della sospension­e, che fino all’altra sera era dato per scontato. Un provvedime­nto che i più avrebbero bollato come ad personam e altri, più zelanti, avrebbero invece definito ad institutio­nem, teso a garantire la funzione, non la persona, ma che avrebbe comunque provocato un finimondo. Tra l’altro, e non è poco, si salva il sacro principio secondo cui non le leggi si adattano al Palazzo, ma questo a quelle. Con un governator­e eletto e già sospeso, e con un Consiglio regionale della Campania che non può essere sciolto, perché la Severino non lo prevede, il problema è, ora, come garantire la governabil­ità. Con sfrontatez­za, quasi imitando Crozza che a sua volta lo imita, De Luca ha sempre sostenuto che ci avrebbe pensato lui; che la Severino poteva essere «impacchett­ata e messa nel frigo»; e che il problema si sarebbe risolto. Così dicendo aveva indotto il Pd e Renzi a credergli, sin dai tempi delle primarie. Ora i destini si separano. Risolvibil­e? E allora risolvi, gli manda a dire Renzi. Con tanti auguri.

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