LA RINASCITA DI MATERA CAPITALE DELLA CULTURA
La Rai ha dedicato a Matera, capitale europea della cultura 2019, un lungo Speciale TG1 andato in onda il 21 giugno scorso. Il lungometraggio è stato ricco di storie e protagonisti locali che tuttavia non rendono l’idea del percorso culturale della città, che invece spiega il perché di una designazione così illustre. Matera è una città che proprio grazie alla cultura ha saputo reagire a un passato di declino e di abbandono e rientrare in se stessa con una veste rinnovata, attraverso un restauro rispettoso della storia e del territorio. La denuncia è iniziata con Carlo Levi e il suo «Cristo si è fermato a Eboli». Ma è solo col 1952 che De Gasperi, dopo una visita alla città, decise con un’apposita legge di svuotare i Sassi, fetide grotte scavate nel tufo in cui contadini molto poveri vivevano in simbiosi con gli animali, in condizioni igieniche pietose e di trasferire la popolazione in nuove abitazioni edificate nella città alta. Il processo durò molti anni e i Sassi si svuotarono assumendo l’aspetto di una cavernopoli abbandonata. Poi vennero Adriano Olivetti e l’Istituto italiano di Urbanistica: fu costruito un quartiere modello, la Martella e gli urbanisti cominciarono a ripensare i Sassi come luogo di vita che, conservando il fascino delle antiche costruzioni, li dotassero di servizi civili. La città si risvegliò dal suo letargo, nei Sassi entrarono negozi, alberghi, bed& breakfast, sale di concerti e conferenze; furono valorizzate le tante chiese rupestri e attrezzati percorsi turistici. Oggi la ripa dei Sassi, conservando il fascino antico, è il simbolo di una rinascita possibile: non si era mai vista una città rivivere dopo il suo abbandono.
Purtroppo i problemi sono altri: Matera non dispone né di un’autostrada né di un collegamento ferroviario, dopo l’abbandono della tratta da Matera a Ferrandina che è testimoniata da ponti appesi vuoti sul paesaggio e da stazioni finite e mai frequentate. Ci sono quattro anni scarsi per rimediare, da qui al 2019. Immagina, puoi, dice una nota pubblicità.