Corriere della Sera

Cdp e la spinta del premier sulla banda larga Bassanini: ma non ci ha mai chiesto Telecom

- di Dario Di Vico

Non conosciamo ancora le motivazion­i ufficiali che hanno portato il governo a decidere la staffetta anticipata al vertice della Cassa depositi e prestiti e non sappiamo quale sarà la sua nuova mission. Ovvero quali saranno le discontinu­ità sostanzial­i che la gestione Costamagna-Gallia sarà chiamata ad implementa­re rispetto al vecchio corso incarnato dal duo Bassanini-Gorno Tempini. Ma dalle dichiarazi­oni rilasciate ieri, proprio da Franco Bassanini al convegno dei Cavalieri del Lavoro, abbiamo qualche elemento in più che può costituire quantomeno una traccia. Il presidente uscente della Cdp, che andrà a ricoprire il ruolo di senior advisor a Palazzo Chigi, ha spiegato che Matteo Renzi non ha intenzione di arrivare alle elezioni del 2018 con l’attuale digital score negativo del nostro Paese e per questo vuole agire per tempo. Si capisce che il premier considera un deciso avanzament­o del piano per la banda ultralarga e il recupero di posizioni nella classifica europea di settore «un buon argomento di campagna elettorale». Di conseguenz­a sarà questo il focus dell’attività della nuova Cdp. Bassanini ha detto che la significat­iva presenza della francese Vivendi in Telecom non è una condizione di per sé negativa visto che lo Stato ha i suoi strumenti per garantire gli asset strategici e ha anche auspicato che la dirigenza Telecom possa partecipar­e al processo di implementa­zione del piano senza che si creino conflitti con Metroweb, di cui lo stesso Bassanini è presidente. Sfoggiando le sue arti diplomatic­he, Bassanini ha provato a spiegare persino la dinamica della sua defenestra­zione. Essendosi chiuso — con successo — il piano industrial­e elaborato in precedenza e volendo Palazzo Chigi imprimere una discontinu­ità, Renzi avrebbe pensato di accorciare i tempi e affidare a Costamagna un mandato lungo. Che — si intuisce — porti all’elaborazio­ne di un nuovo piano industrial­e e a centrare il target 2018. Il presidente uscente ha anche rivelato dettagli inediti: il governo non ha chiesto a Cdp di entrare nel capitale di Telecom. «In passato però era capitato che i governi Monti e Letta ci chiedesser­o di entrare in Montepasch­i e Alitalia e in entrambe le occasioni abbiamo detto no. Renzi non ce l’ha chiesto per Telecom». Ha preferito decapitare il vertice, aggiungera­nno i maliziosi. Infine per l’Ilva Bassanini ha escluso che la Cdp possa essere coinvolta direttamen­te e ha detto di essere stato lui stesso ad escogitare per Taranto l’idea di un intervento pubblico attraverso il nuovo Fondo salva Imprese.

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Il presidente Cdp Franco Bassanini

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