Rossi: per il Principe cambiai il mio numero portafortuna
l’idea fu di «12 amici, tra loro Renato Della Valle, Angelo Vassena e Alberto Smania. Assieme abbiamo deciso di lanciare questa iniziativa non solo nautica ma culturale perché si toccano alcuni dei luoghi più belli d’Italia». Nel corso degli anni la formula della competizione è stata aggiornata: «Inizialmente erano gare di sola velocità poi il regolamento è stato cambiato, per introdurre anche la regolarità: metà tappa in base alla velocità e l’altra metà in base alla regolarità. Un aggiustamento della formula per invogliare sempre più cantieri a partecipare e gli appassionati di nautica a scoprire con la gara le bellezze d’Italia», come racconta Rossi che ha iniziato la sua avventura nel 1972, «con la Londra-Montecarlo, su un Riva Aquarama, un viaggio emozionante attraverso lo stretto di Gibilterra, e fu proprio dopo quell’avventura che un amico, Renato Della Valle, decise di affittare un motoscafo. Era l’inizio di un sodalizio cementato poi dal progetto della VeneziaMontecarlo».
A proposito di principi, tra poco Alberto festeggerà i suoi primi dieci anni sul trono dei Grimaldi con un cocktail sabato 11 luglio, sulla piazza del Palais e un concerto domenica 12. E in dieci anni ha dimostrato di amare il mare quanto il padre. «Il mare è nel dna dei principi di Monaco, ma ognuno lo vive in modo diverso, la passione di Alberto è quella per la sostenibilità marina, quella di Ranieri era più quella del marinaio», dice Rossi che con Alberto ha gareggiato, e vinto, nella Venezia-Montecarlo. Che cosa ricorda delle gare in mare al fianco del figlio di Ranieri e Grace?
«Con Alberto ho fatto alcune tappe della Venezia-Montecarlo, all’inizio dell’avventura, e abbiamo gareggiato nuovamente assieme anche nel 1997 — continua Rossi—. Erano i 700 anni dalla fondazione di Monaco sulla Rocca, e in onore dei primi sette secoli dei Grimaldi, decidemmo di cambiare il numero della mia barca. Anziché il 18 con il quale correvo abitualmente, o il 558 altro numero che ha contrassegnato la mia barca, quell’anno il nostro scafo non poteva che essere identificato con il numero 700». A ragione, Gianfranco Rossi è orgoglioso della «sua» Venezia-Montecarlo. «Gli inglesi hanno provato a fare qualche cosa di simile con il Giro d’Inghilterra ma il progetto non ha avuto successo. E poi a vantaggio della Venezia-Montecarlo gioca, oltreché la bellezza paesaggistica d’Italia, la magia del Principato, la lunga tradizione nautica di un Paese lungo appena 2,5 chilometri quadrati, tutti affacciati sul mare».