Il Dottore fa (ancora) carriera E ora chiamatelo The Professor
Il Dottor Rossi si è specializzato. Chirurgia. «The Professor» la nuova scritta, da cucire sulla tuta. Primario del Motomondiale. Dieci punti di vantaggio per portare a termine l’operazione titolo numero 10. Punti di sutura cuciti sulla pelle dura di Jorge Lorenzo, sulla pelle scottata di Marquez con il quale i ferri sono ormai cortissimi perché va bene la storia dell’allievo che supera il maestro dato per bollito, va bene prendere qualche sberla inattesa dal maestro che non molla, ma se Marc becca un cazzotto quando è convinto di darlo, il sorriso si fa tirato, diventa finto, contratto dall’umiliazione. È il rispetto a frenare la rabbia, ma il tempo dell’idillio pare scaduto, il passaggio di consegne rimandato. Avversari, punto e basta. I convenevoli non hanno più senso. «The Professor» non opera tutti i giorni. Sceglie il caso clinico, apre la sala operatoria quando serve il tocco del fuoriclasse, si applica sfruttando esperienza guidata dall’intelligenza. Abbastanza per ribadire una autorevolezza impressionante, per ricordare a chiunque una scala di valori che appare, nel tempo, magicamente intatta. Drammaticamente intatta, vista con gli occhi di chi credeva di vederlo gironzolare nelle corsie, contento di trovarsi ancora lì, felice di dispensare sorrisi e consigli collezionando piazzamenti. Invece, il Professor Rossi interviene, altroché. A grandissima richiesta, per giunta. Ed è brillante e tempestivo; deciso e determinato. Al punto da insegnare ancora. Tecnica e stile, ecco. Elargiti dosando le forze, con una puntualità disarmante. Chirurgia estetica, per eliminare i segni del tempo, ogni piccola ruga. Cardiochirurgia, per dare ritmo fresco ai battiti del cuore. Il nostro, per cominciare, così allegro, ancora una volta, così grande e simile al suo.