Il gatto mannaro Nibali si divora il tricolore
Lo Squalo domina il campionato italiano, ora il Tour: «Farò l’impossibile per rivincerlo»
Il gatto è Vincenzo Nibali, i topi (con rispetto parlando) Diego Ulissi e Francesco Reda. Il gioco comincia alle porte di Torino: ultimi 10 chilometri di un bollente campionato italiano partito da Legnano. A giocare inizia Gatto Nibali, lanciato dalla sua Astana. A 300 metri dal primo passaggio sulla vetta di Superga Nibali divora Cataldo che lo stava tirando e parte all’attacco. Vuole il bis del tricolore, cerca una vittoria che non trova dal 24 luglio 2014, sulla vetta dell’Hautacam, quando blindò il suo primo Tour de France. Il Gatto-Squalo ha bisogno — dirà dopo — «di provare sensazioni che avevo dimenticato: la gamba che gira, la bici che va».
Il gruppo esplode, si sparpaglia, va in affanno. Nibali allunga Ancelotti. Per l’appetito? Anche per quello». Battute a parte, Sacchetti, un coach che sa anche criticare i suoi, ad esempio il Sosa venuto alle mani con un tifoso, ha tanto da dichiarare alla dogana tricolore. Partendo proprio dai «sette mori» sui
Collanti «Pochi italiani? Sono i collanti dell’organico, giocano quando serve, compreso mio figlio»
in salita, poi si rialza, poi spinge ancora. Pedala facile, più che un attacco il suo pare una prova-motore. Solo in due non si spaventano, il topolone toscano Diego Ulissi, pure stanco per una stagione lunghissima, e il topolino calabrese Francesco Reda, «libero» da poco dopo due anni di squalifica per una storia di controlli antidoping mancati. I due raggiungono il siciliano, un po’ rifiatano, un po’ provano a fargli dispetti. Reda lo pizzica su un curvone ampio: Nibali allarga per afferrare una bottiglia d’acqua da un tifoso, Reda gli allunga in faccia tagliando il tornante. Ripreso in sole due pedalate.
Recidiva a tre chilometri dall’arrivo: Nibali si piega sulla bici su cui siede come fosse una poltrona per stringere lo scarpino
(LaPresse) e Reda parte a destra. Il Gatto ora è stanco di giocare. Azzanna Ulissi, ingoia Reda e vola verso il traguardo.
Lo scorso anno la prima maglia tricolore (arrivata anche in quel caso dopo lungo digiuno) fu lacrime e urla di gioia. Quest’anno sorrisi e braccia al cielo pedalando in souplesse ( e un’attesa di tre ore per l’antidoping: gli ispettori avevano dimenticato le provette). Dopo aver graffiato, il Gatto parla: «Vincere un Tour è difficile, rivincerlo di più. Io farò di tutto per riuscirci e onorare la bandiera tricolore che porto sulla maglia». Il Tour parte da Utrecht sabato prossimo, Nibali sulla maglia oltre al tricolore porterà anche il numero 1.