Pochi specialisti per valutare la gravità
sistenza; infine, i Pronto Soccorso pediatrici funzionali, dove il pediatra (come altri specialisti, per esempio l’ortopedico) viene chiamato dalla struttura di emergenza-urgenza quando arriva un bambino».
Ebbene, dall’indagine risulta che solo nel 21% dei casi il triage (l’attribuzione del codice di priorità in base all’urgenza del caso) viene fatto da infermieri esperti di bambini, mentre a circa due pazienti su tre è assegnato in prima battuta da infermieri dei Pronto Soccorso generali.
«Tra questi — sottolinea Urbino — solo il 42% ha ricevuto una formazione specifica in triage pediatrico. Un bambino su quattro, poi, va in un Pronto Soccorso dove il pediatra è re- solo in alcune ore e quindi spesso viene seguito da un medico degli adulti».
Questa situazione preoccupa, a maggior ragione, i medici che si occupano dei bambini che soffrono di malattie genetiche complesse e rare, i quali accedono al Pronto Soccorso dieci volte di più rispetto ai loro coetanei.
Per aiutare i medici dell’emergenza a riconoscere rapidamente i sintomi e le possibili complicanze in questi casi, la Società italiana malattie genetiche pediatriche e disabilità congenite (Simgeped), insieme alla Società italiana malattie metaboliche ereditarie e screening neonatale ha promosso una app, “Urgenze GenMet”, scaricabile gratuitamente su smartphone.
«L’applicazione consente di accedere a circa 80 schede sui principali gruppi di malattie metaboliche ereditarie e sindromi malformative complesse — spiega Angelo Selicorni, past president di Simgeped —. Non si tratta di una guida alla diagnosi, bensì di un supporto a medici non specializzati in malattie genetiche rare per l’interpretazione di sintomi specifici, in situazioni di emergenza. Per esempio, difficilmente si sospetterebbe un infarto in un bambino di un anno, ma, sapendo che il piccolo ha la Sindrome di Williams, il dottore consulta la app e trova che l’infarto è una delle possibili complicanze di questa malattia, quindi può decidere di eseguire gli esami per escludere o accertare la crisi cardiaca».
«Determinante per la ridu-
Ricoveri
Determinante per la riduzione delle degenze improprie è la presenza del servizio di Osservazione Breve Intensiva, per monitorare le condizioni del paziente per un massimo di 36 ore zione dei ricoveri impropri — sottolinea infine il presidente di Simeup, Antonio Urbino — è anche la presenza dell’Osservazione Breve Intensiva (OBI), che permette di gestire l’assistenza dei pazienti che hanno bisogno di un’attenta osservazione e di approfondimento diagnostico e che, una volta risolti i problemi che determinerebbero un ricovero ordinario, al massimo entro 36 ore sono rimandati a casa. Ma dalla nostra indagine emerge che il 33 per cento dei Pronto soccorso pediatrici non dispone di un’area OBI».
Pazienti complessi La situazione è ancora più critica per chi soffre di malattie rare
Per saperne di più Società italiana di emergenza e urgenza pediatrica