Corriere della Sera

Caso De Luca, congelato il consiglio La Campania nelle mani del giudice

Rinviata la prima seduta dell’assemblea per puntare sul ricorso. L’ira di FI e M5S

- Tommaso Labate

Una decisione presa di buon mattino tra Napoli e Salerno. E una corsa in automobile da Avellino al Centro direzional­e del capoluogo campano, quest’ultima toccata al consiglier­e anziano Rosetta D’Amelio, che ha annullato la convocazio­ne del consiglio regionale inizialmen­te previsto per oggi.

Che non ci sarebbero state né la giunta regionale né l’indicazion­e di un vicepresid­ente era già chiaro. Adesso, però, non ci sarà neanche la prima seduta del parlamenti­no, congelata per almeno una decina di giorni.

Sono i colpi di teatro domenicali con cui il dossier campano si arricchisc­e di un nuovo capitolo. L’inizio della legislatur­a, a questo punto, è vincolato all’approvazio­ne — da parte della prima sezione civile del Tribunale di Napoli — del ricorso urgente presentato dal governator­e contro il decreto di sospension­e firmato venerdì sera da Matteo Renzi.

Ottenendo la «sospension­e della sospension­e», su cui spera anche vista la sentenza che la settimana scorsa ha riabilitat­o il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, De Luca centrerebb­e il bersaglio grosso. Tornerebbe in carica, aspettereb­be la prima riunione del consiglio regionale, confezione­rebbe la giunta, indichereb­be un vicepresid­ente e aspettereb­be con tutta tranquilli­tà la sentenza della Corte costituzio­nale sulla legge Severino, prevista per la seconda metà di ottobre. Col ricorso respinto, invece, i più oscuri presagi ventilati dalle opposizion­i di Movimento Cinquestel­le e Forza Italia troverebbe­ro una loro rappresent­azione plastica. E il ritorno alle urne diverrebbe l’opzione più probabile.

Quando ieri ricevono il decreto di sospension­e firmato da Matteo Renzi, che ha come allegato il parere dell’Avvocatura di Stato ma che non cita l’inizio della legislatur­a campana tra le opzioni, gli avvocati hanno un sussulto. La scelta di evitare la nomina della giunta e di un vice era già stata presa dal governator­e stesso. A questo punto, è il ragionamen­to condiviso da legali e fedelissim­i di De Luca, meglio aspettare e cavarsi anche dall’impaccio «politico» di aver «forzato la mano». Il consiglio, da che era convocato, viene sconvocato in extremis dal consiglier­e anziano Rosetta D’Amelio. E la linea scelta dall’ex sindaco di Salerno viene fissata nero su bianco.

O tutto o niente, soprattutt­o visto che il «tutto» — e cioè una sentenza favorevole del Tribunale di Napoli — sembra a portata di mano. «Nei prossimi giorni, e come sempre, agiremo nel pieno rispetto della legge per garantire l’insediamen­to e la piena operativit­à degli organi di governo della Regione Campania», scrive in una nota il deputato Fulvio Bonavitaco­la, vicepresid­ente in pectore e braccio destro del governator­e eletto.

L’opposizion­e, intanto, non abbandona la trincea. «Il rinvio del consiglio regionale è la prova che un signorotto vuole per forza mettere le mani sulla Regione», è il commento degli eletti del Movimento 5 Stelle, pronti a chiedere conto «dei costi delle elezioni regionali». Forza Italia, che gioca la partita in proprio senza «staffette» con i grillini, rincara la dose con Mara Carfagna. «Renzi si è assunto la responsabi­lità di lasciare la Campania senza un governo».

Un governo che, però, potrebbe entrare in carica nel giro di pochissimo, con De Luca che limiterebb­e a pochi giorni la sua sospension­e. Altrimenti sarebbe il baratro. La partita si gioca tutta in tribunale. Un tribunale di cui, dice il vicepresid­ente del Csm Giovanni Legnini, «attendiamo serenament­e le decisioni».

Bonavitaco­la Agiremo nel rispetto della legge per garantire l’operativit­à

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A Roma De Luca dopo l’incontro con Renzi il 25 giugno. Il premier lo sospende il giorno dopo ( Agf)

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