Caso De Luca, congelato il consiglio La Campania nelle mani del giudice
Rinviata la prima seduta dell’assemblea per puntare sul ricorso. L’ira di FI e M5S
Una decisione presa di buon mattino tra Napoli e Salerno. E una corsa in automobile da Avellino al Centro direzionale del capoluogo campano, quest’ultima toccata al consigliere anziano Rosetta D’Amelio, che ha annullato la convocazione del consiglio regionale inizialmente previsto per oggi.
Che non ci sarebbero state né la giunta regionale né l’indicazione di un vicepresidente era già chiaro. Adesso, però, non ci sarà neanche la prima seduta del parlamentino, congelata per almeno una decina di giorni.
Sono i colpi di teatro domenicali con cui il dossier campano si arricchisce di un nuovo capitolo. L’inizio della legislatura, a questo punto, è vincolato all’approvazione — da parte della prima sezione civile del Tribunale di Napoli — del ricorso urgente presentato dal governatore contro il decreto di sospensione firmato venerdì sera da Matteo Renzi.
Ottenendo la «sospensione della sospensione», su cui spera anche vista la sentenza che la settimana scorsa ha riabilitato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, De Luca centrerebbe il bersaglio grosso. Tornerebbe in carica, aspetterebbe la prima riunione del consiglio regionale, confezionerebbe la giunta, indicherebbe un vicepresidente e aspetterebbe con tutta tranquillità la sentenza della Corte costituzionale sulla legge Severino, prevista per la seconda metà di ottobre. Col ricorso respinto, invece, i più oscuri presagi ventilati dalle opposizioni di Movimento Cinquestelle e Forza Italia troverebbero una loro rappresentazione plastica. E il ritorno alle urne diverrebbe l’opzione più probabile.
Quando ieri ricevono il decreto di sospensione firmato da Matteo Renzi, che ha come allegato il parere dell’Avvocatura di Stato ma che non cita l’inizio della legislatura campana tra le opzioni, gli avvocati hanno un sussulto. La scelta di evitare la nomina della giunta e di un vice era già stata presa dal governatore stesso. A questo punto, è il ragionamento condiviso da legali e fedelissimi di De Luca, meglio aspettare e cavarsi anche dall’impaccio «politico» di aver «forzato la mano». Il consiglio, da che era convocato, viene sconvocato in extremis dal consigliere anziano Rosetta D’Amelio. E la linea scelta dall’ex sindaco di Salerno viene fissata nero su bianco.
O tutto o niente, soprattutto visto che il «tutto» — e cioè una sentenza favorevole del Tribunale di Napoli — sembra a portata di mano. «Nei prossimi giorni, e come sempre, agiremo nel pieno rispetto della legge per garantire l’insediamento e la piena operatività degli organi di governo della Regione Campania», scrive in una nota il deputato Fulvio Bonavitacola, vicepresidente in pectore e braccio destro del governatore eletto.
L’opposizione, intanto, non abbandona la trincea. «Il rinvio del consiglio regionale è la prova che un signorotto vuole per forza mettere le mani sulla Regione», è il commento degli eletti del Movimento 5 Stelle, pronti a chiedere conto «dei costi delle elezioni regionali». Forza Italia, che gioca la partita in proprio senza «staffette» con i grillini, rincara la dose con Mara Carfagna. «Renzi si è assunto la responsabilità di lasciare la Campania senza un governo».
Un governo che, però, potrebbe entrare in carica nel giro di pochissimo, con De Luca che limiterebbe a pochi giorni la sua sospensione. Altrimenti sarebbe il baratro. La partita si gioca tutta in tribunale. Un tribunale di cui, dice il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, «attendiamo serenamente le decisioni».
Bonavitacola Agiremo nel rispetto della legge per garantire l’operatività