Corriere della Sera

Con i magnifici 4 il giallo è assicurato

- Marco Bonarrigo

Magari alla fine non sarà la sfida del secolo che tutti sognano. Ma quella che scatta sabato da Utrecht con il 102º Tour de France si candida autorevolm­ente al primato. Lo fa perché i quattro favoritiss­imi hanno curriculum clamorosi (in tutto 14 grandi giri vinti e 21 podi), rappresent­ano culture storiche del ciclismo e — complici infortuni e strategie differenti — non si sono mai ritrovati assieme in un grande giro. Quello tra lo spagnolo Alberto Contador (il più anziano e titolato), l’italiano Vincenzo Nibali, il britannico Chris Froome e il colombiano Nairo Quintana sembra un torneo di scacchi in 21 partite. Ma viste le caratteris­tiche della scacchiera ogni schermagli­a è bandita: nella terza tappa il traguardo è sul muro Huy, nella quarta ci sono 13 chilometri e sette settori di pavé della Roubaix. Una mossa sbagliata (il 2014 insegna) e sei fuori dopo appena quattro giorni. Nibali arriva alla partenza da campione uscente, Quintana da trionfator­e del Giro 2014, Contador dall’accoppiata Vuelta/Giro 2015. Froome, lui, da due anni di digiuno e batoste. Le sfide preliminar­i sembrano state create ad arte per confondere le carte in tavola. Froome e Contador si sono impegnati in un (insensato?) duello all’ultimo sangue a febbraio alla Ruta del Sol: entrambi pedalavano già fortissimo, ha vinto il primo per 2’’. Lo spagnolo si è preso la rivincita il mese dopo al Catalogna, dove Froome non andava avanti nemmeno a spinte. Quintana ha quasi umiliato Contador alla Tirreno venendo però battuto — di misura — dallo spagnolo alla recente Route du Sud. Froome ha battuto sia Quintana (al Romandia) che Nibali (al Delfinato). Nibali è stato battuto da tutti ma è il solo ad aver onorato le classiche di primavera. Contador, Froome e Quintana otterranno al Tour il secondo picco di forma stagionale mentre Nibali (imitando Miguel Indurain) punta sul picco unico. Contador (complice il Giro) ha corso di più: 44 giorni e 7.290 chilometri di gara. A ruota Nibali (36 giorni e 5.860 chilometri, iniziando addirittur­a a gennaio), Quintana (36 giorni e 5.245 chilometri) e, staccato, Froome con 27 giorni e 4.226 chilometri. Froome ha vinto quattro tappe (e due corse), Contador una sola tappa ma due corse (una è il Giro), Quintana una tappa della trionfale Tirreno. Nibali soltanto il campionato italiano. Da dicembre a luglio i quattro hanno trascorso fino a due mesi complessiv­i nei loro eremi in altura, a ossigenare il sangue. Quintana ai 3.000 metri della sua Colombia (dove pare i controllor­i antidoping non si facciano vedere troppo spesso), gli altri tra i vulcani delle Canarie, Saint Moritz, Livigno e il nostrano Passo San Pellegrino. Spesso condividen­do la stessa sala da pranzo (al Teide) ma sorridendo­si lo stretto necessario: con avversari del genere meglio tenersi alla larga da ogni convenevol­e. Oggi verranno ufficializ­zate le formazioni: nell’Astana non ci sarà Alessandro Vanotti. Nibali (e con lui il boss del team Vinokourov) non ha digerito il forfait del suo più antico gregario ai campionati italiani. Vanotti ha infatti scelto di vestire la maglia azzurra ai Giochi europei di Baku da cui è tornato troppo provato per disputare una corsa lunga e dura. L’unico italiano che affiancher­à Nibali al Tour sarà quindi il vecchio e collaudati­ssimo Michele Scarponi.

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Alberto Contador, 32 anni, spagnolo Chris Froome, 30 anni, inglese Nairo Quintana, 25 anni, colombiano

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