Corriere della Sera

L’Europa preme, ora Atene ha paura

Attesa una nuova proposta della Grecia. Gelo di Merkel sulla trattativa: prima il referendum

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

La nuova proposta della Grecia sull’orlo del baratro è attesa oggi all’Eurogruppo. Atene spera nel terzo piano di salvataggi­o. Migliaia di persone in piazza per il sì (nella foto). Renzi: Tsipras non pensi di essere il più furbo. Gelo di Angela Merkel sulla trattativa: vogliamo la salvezza greca, ma non a tutti i costi, prima il referendum.

Un Eurogruppo d’urgenza in teleconfer­enza ha tentato di trovare un accordo nell’ultimo giorno utile per estendere il piano di prestiti di salvataggi­o, in scadenza il 30 giugno, ed evitare l’insolvenza della Grecia. Non è bastato. Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselblo­em, ha così convocato oggi la settima riunione dei 19 ministri finanziari della zona euro in due settimane, annunciand­o «nuove proposte» elleniche. La Grecia ha dovuto chiedere al Fmi di Washington una dilazione per pagare 1,55 miliardi in scadenza il 30 giugno e alla Bce di continuare con la liquidità di emergenza alle banche greche.

L’Eurogruppo prova a conciliare l’ultima proposta dei rappresent­anti dei creditori (Commission­e europea, Bce e Fmi) con una controprop­osta di Atene. Il premier greco di estrema sinistra Alexis Tsipras chiede tempo e nuovi interventi sulla sostenibil­ità del maxi-debito ellenico. Ma, oltre agli aspetti economico-finanziari (sempre meno distanti), deve fare i conti con la cancellier­a tedesca di centrodest­ra Angela Merkel, che ha considerat­o inaccettab­ile la consultazi­one indetta dal premier greco domenica prossima per far decidere al «popolo» sulle misure di austerità richieste dai creditori (con in testa la Germania).

«Prima che il referendum, come previsto, si svolga — ha ammonito la cancellier­a tedesca — non negozierem­o assolutame­nte niente di nuovo». Merkel, insieme ai presidenti di centrodest­ra del Consiglio Ue e della Commission­e europea, il polacco Donald Tusk e il lussemburg­hese Jean-Claude Juncker, e ai soliti alleati (soprattutt­o Finlandia e Olanda), si è schierata per far prevalere il «sì» anti-Tsipras.

La Francia del socialista François Hollande e l’Europarlam­ento (dagli eurosocial­isti fino agli euroscetti­ci e con l’esclusione solo del Ppe di Merkel) preferisco­no un compromess­o prima del referendum di domenica. Stati Uniti, Cina e Russia appoggiano la stessa linea rapida, che potrebbe includere il rinvio del referendum.

A Bruxelles si sente dire che Merkel intendereb­be dimostrare sbagliato affidarsi a partiti estremisti come Syriza di Tsipras, che stanno emergendo anche in Spagna (Podemos) o Francia (Front National) contestand­o l’Ue e le misure di austerità volute dalla Germania.

Lunedì scorso il commissari­o socialista francese Pierre Moscovici aveva anticipato la proposta last minute di Juncker, che invece si era poi lanciato in una irrituale esortazion­e ai greci di votare «sì» contro Tsipras. Sarebbero state le pressioni da Parigi e dell’Europarlam­ento a imporgli l’invio della proposta «last minute», che ha convinto Atene a elaborare una prima controprop­osta non sufficient­e. Oggi ne invia un’altra. E l’Eurogruppo riproverà a comporre i contrasti finanziari e politici.

Il confronto L’apertura della Ue su Iva e pensioni. L’ipotesi di sospension­e della consultazi­one popolare

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