Corriere della Sera

La doppia incertezza sui conti italiani

A maggio persi 63 mila posti di lavoro. E sul bilancio pesa l’incognita dei tassi di interesse La manovra correttiva sarà di 20 miliardi, ma una parte verrà dai margini di flessibili­tà sul deficit

- di Mario Sensini

Scontata nel bilancio di assestamen­to la spesa imprevista per il ristoro delle pensioni, dopo la sentenza della Consulta, il governo è intenziona­to a rinviare ogni altro intervento di bilancio alla legge di Stabilità del prossimo autunno. L’assestamen­to dei conti 2015 approvato ieri dal Consiglio dei ministri non va oltre la sistemazio­ne contabile della partita previdenzi­ale, lasciando «scoperti» altri problemi emersi nel frattempo, ad esempio la copertura del mancato gettito del nuovo regime Iva sulla grande distribuzi­one, bocciato dalla Ue.

Il governo Renzi resta ottimista ma prudente, soprattutt­o alla luce della crisi greca. Il rischio temuto da Palazzo Chigi e dal Tesoro non è tanto quello finanziari­o legato ad un eventuale default, ma i riflessi negativi sull’economia dell’incertezza politica generale. E se il premier Matteo Renzi confermava ancora ieri l’intenzione di cancellare gli aumenti dell’Iva previsti nel 2016 e di non aumentare le tasse, ma semmai ridurle, dall’economia reale non arrivano buone notizie.

L’Istat ieri ha diffuso i dati sulla disoccupaz­ione, non buoni, riaprendo le polemiche politiche sull’efficacia del Jobs act. Dopo l’aumento del mese di aprile (+0,6%), a maggio gli occupati diminuisco­no dello 0,3% (-63 mila) rispetto al mese precedente. Il tasso di occupazion­e, pari al 55,9%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentual­i. Rispetto a maggio 2014, l’occupazion­e cresce dello 0,3% (+60 mila) e il tasso di occupazion­e di 0,3 punti.

Il numero di disoccupat­i rimane sostanzial­mente invariato su base mensile. Dopo la crescita registrata a febbraio e a marzo e il calo di aprile, a maggio il tasso di disoccupaz­ione resta invariato rispetto al mese precedente al 12,4%. Nei dodici mesi il numero di disoccupat­i è diminuito dell’1,8% (-59 mila) e il tasso di disoccupaz­ione di 0,2 punti percentual­i.

Il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta nell’ultimo mese di 36 mila unità, dopo il calo dei quattro mesi precedenti. Tra i giovanissi­mi, compresi tra i 15 e i 24 anni di età, la disoccupaz­ione in maggio era pari al 41,5%, lo 0,1% in meno rispetto ad aprile.

Altra incertezza che pesa sui conti è quella relativa ai tassi di interesse. Il governo aveva fatto i suoi calcoli con un differenzi­ale di interesse tra Btp italiani e Bund tedeschi più basso di quello che stanno registrand­o oggi i mercati, ma una perma- nenza degli spread a livelli più elevati rischia di comportare almeno per quest’anno una maggior spesa per gli interessi.

Per il 2016 Renzi, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, ha intanto confermato una manovra complessiv­a di correzione dei conti da circa 20 miliardi di euro, che consentire­bbe anche il finanziame­nto dei rinnovi contrattua­li nel pubblico impiego (stimato nei documenti del governo in 1,6 miliardi di euro per il 2016), sbloccati da un’altra sentenza della Corte costituzio­nale.

Gran parte della manovra, quasi la metà, sarà però solo «virtuale», cioè realizzabi­le senza necessità di trovare coperture con nuove tasse o tagli di spesa. Circa sette-otto miliardi di euro dovrebbero essere recuperati sempliceme­nte innalzando il livello-obiettivo del deficit pubblico, sfruttando tutti i margini concessi dalle regole europee.

Il deficit tendenzial­e del 2016, quello che si determiner­ebbe senza interventi di bilancio, corre verso l’1,4% del prodotto interno lordo, e verrebbe

Il passaggio Il quadro sarà più chiaro dopo il dato sull’autotassaz­ione di luglio: il termine è il 7

ritoccato all’insù di circa mezzo punto, creando nel bilancio del 2016 un discreto margine di manovra.

Risorse che saranno utilizzate per scongiurar­e gli aumenti dell’Iva previsti dal 2016, che valgono ben 16 miliardi di euro, insieme a quelle previste da una nuova tornata di spending review, che sulla carta valgono almeno 10 miliardi di euro.

Il prossimo passaggio sarà la verifica delle entrate fiscali dopo l’autotassaz­ione di luglio (il termine è fissato al 7 del mese). Solo allora il Tesoro e Palazzo Chigi avranno un quadro attendibil­e della situazione di bilancio, potranno valutare l’eventualit­à di correttivi in corsa, oggi esclusi, ed impostare la legge di bilancio del prossimo anno.

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