Corriere della Sera

Nuovo Senato (e Ncd) frenano le unioni gay

Il muro dei centristi su prescrizio­ne e diritti. Cirinnà: aperture da Forza Italia, in Aula anche senza relatore Priorità alle modifiche della Carta con l’ipotesi dell’elezione diretta. A rischio pure il riordino della Rai

- Dino Martirano

Dei tre piatti forti previsti dal calendario parlamenta­re prima della pausa estiva, alla fine, ne potrebbe rimanere uno solo sul tavolo del Senato. La riforma costituzio­nale del bicamerali­smo paritario, che verrà incardinat­a giovedì in I commission­e con l’obiettivo di essere approvata (terza lettura) entro il 7 agosto, rischia infatti di sbarrare il cammino per l’Aula a provvedime­nti di rilievo per il governo come i ddl sulle unioni civili e sulla prescrizio­ne, creando poi interferen­ze anche per la riforma Rai.

Cinque settimane di lavoro, da qui all’interruzio­ne di agosto, non consentono dunque di sbrogliare l’ingorgo che si è creato a Palazzo Madama. Ma non è solo una questione di calendario. La fretta di far fare il terzo passo in avanti alla riforma costituzio­nale del Senato nasconde anche le difficoltà politiche della maggioranz­a (Pd e Ap-Ncd in rotta di collisione) su fronti assai controvers­i: le unioni civili, che prevedono la reversibil­ità delle pensioni e le adozioni di figli naturali precedenti e dunque sempre «interne» alla coppia; la prescrizio­ne raddoppiat­a per il reato di corruzione.

Ieri la presidente della I commission­e, Anna Finocchiar­o (Pd), ha ufficializ­zato l’imminente partenza del dibattito sul ddl costituzio­nale anche se, rispetto a un anno fa, quando si votò per la prima volta sul testo Boschi, il clima sembra cambiato con qualche apertura del premier Matteo Renzi sulla composizio­ne del nuovo Senato e sull’elezione diretta dei senatori: «Discutiamo con calma, senza considerar­e la data del 7 agosto come ultimativa», ha avvertito la presidente Finocchiar­o. Mentre il bersaniano Miguel Gotor puntualizz­a che finora «non è stata avviata alcuna trattativa per modificare il testo».

Se la riforma Renzi-Boschi si appresta a fare un passo in avanti, il testo sulle Unioni civili (relatrice Monica Cirinnà, Pd) rischia di andare a sbattere contro un muro di emendament­i eretto dal partito di Alfano: «Forse, e ripeto forse, solo a Natale si potrebbe arrivare in aula», avverte Carlo Giovanardi del Nuovo centro destra.

Tradotto in numeri l’ostruzioni­smo del Ncd prevede più di mille emendament­i (su 1.446 totali) ai quali si sono aggiunti ieri sera altri 206 subemendam­enti (su 286) dei centristi: «Senza un accordo tra Pd e Ncd sarà difficile andare in Aula con il mandato al relatore perché, per regolament­o, si possono concedere anche 60 minuti per illustrare ogni singolo emendament­o», fa sapere il presidente della commission­e Giustizia Francesco Nitto Palma (FI). Eppure nel Pd, che ha pure i suoi problemi con il fronte cattolico interno, la relatrice Cirinnà è convinta che il testo base potrebbe andare in aula anche senza relatore: «Dentro Forza Italia, tra i fittiani e i socialisti ci sono molti liberi pensatori che voterebber­o il testo....». Il terzo fronte oscurato dall’avanzata della riforma del Senato è quello della prescrizio­ne. Al vertice di maggioranz­a il vice ministro Enrico Costa ha manifestat­o il suo disappunto contro il Pd che «si impunta su posizioni di bandiera: ma solo senza impuntatur­e il dibattito potrà portare una soluzione ragionevol­e e condivisa».

 ??  ?? Il focus Nel primo numero, in edicola ieri, l’Unità ha dedicato due pagine al tema delle unioni civili. Affrontand­o anche il nodo delle adozioni. «Dieci anni fa la decisione del Parlamento spagnolo di legalizzar­e le nozze gay», si legge. Segue la...
Il focus Nel primo numero, in edicola ieri, l’Unità ha dedicato due pagine al tema delle unioni civili. Affrontand­o anche il nodo delle adozioni. «Dieci anni fa la decisione del Parlamento spagnolo di legalizzar­e le nozze gay», si legge. Segue la...

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