Corriere della Sera

Grillo e Casaleggio blindano la responsabi­le comunicazi­one

Loquenzi era stata bocciata dal gruppo alla Camera. La lettera dei fondatori: su questi temi decidiamo noi

- Alessandro Trocino

Una giornata frenetica, di capannelli e telefonate, con un’incertezza durata fino all’ultimo sull’esito della votazione su Ilaria Loquenzi, capo della comunicazi­one a 5 Stelle alla Camera, bocciata in un voto dei deputati qualche giorno fa e riproposta da Gian Roberto Casaleggio all’assemblea del gruppo. Una seconda bocciatura, spiega un dirigente, sarebbe stata «come la caduta di un meteorite sui 5 Stelle». Ma Casaleggio e Grillo, con l’aiuto del Direttivo, hanno fatto sì che non accadesse. Hanno scritto una dura lettera al direttivo per ribadire che la titolarità delle scelte sulla Comunicazi­one spetta a loro e nessun altro e blindare la Loquenzi. I deputati, hanno spiegato, non devono fare altro che ratificare le nostre scelte. E così, all’assemblea serale, durata fino a tardi, i 5 Stelle si apprestava­no a votare a favore della Loquenzi, sconfessan­do il voto precedente.

Per arrivare a quest’esito, da Milano è stato fatto filtrare di tutto. Che la lista nera dei no era ben nota alla Casaleggio associati e se ne sarebbe tenuto conto al momento delle prossime candidatur­e. Che un altro no avrebbe comportato la violazione del codice di comportame­nto, La Lega di Varese espelle Marco Reguzzoni. Già presidente della Provincia di Varese e capogruppo del Carroccio alla Camera, fu tra i protagonis­ti del braccio di ferro tra bossiani e maroniani che culminò con le dimissioni dello stesso Bossi. La decisione, di cui l’interessat­o si è detto «sorpreso», nasce dal suo ruolo nel lancio del movimento dei «Repubblica­ni». Il provvedime­nto sarà vagliato dal comitato di garanzia leghista. che assegna a Grillo e Casaleggio il ruolo di scegliere i capi della Comunicazi­one. E la violazione significa avvio di un procedimen­to disciplina­re e rischio espulsione.

Anche per questo chi è restato della sua idea ha preferito disertare l’assemblea. Perché i malumori non sono spariti nel corso di una serata. Restano tutti i motivi del voto contrario alla Loquenzi: antipatie personale, consideraz­ioni organizzat­ive, frustrazio­ne, rivolta contro i soliti noti in tv. Ma il voto era anche e soprattutt­o un segnale: contro Milano e Genova, Casaleggio e Grillo. Considerat­i ancora troppo invadenti.

Vista la situazione, i due leader hanno scelto la linea dura. Una decisione, e una lettera, senza precedenti, per riaffermar­e un potere che traballa. Che la comunicazi­one sia un punto dolente dei 5 Stelle è confermato dalle vicissitud­ini subite in passato da Caris Vanghetti, Nicola Biondo e Claudio Messora. Quest’ultimo, ad assemblea in corso, si toglie un sassolino dalla scarpa: «Sono contento che i 5 Stelle ora tutelino i lavoratori. Non è stato così per i 20 mandati via da Bruxelles dopo soli due mesi».

La settimana scorsa solo 43 deputati avevano preso parte al voto sulla Loquenzi: 26 si erano espressi contro al suo operato e 17 a favore.

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Ilaria Loquenzi, 36 anni, è stata collaborat­rice della senatrice Paola Taverna

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