Grillo e Casaleggio blindano la responsabile comunicazione
Loquenzi era stata bocciata dal gruppo alla Camera. La lettera dei fondatori: su questi temi decidiamo noi
Una giornata frenetica, di capannelli e telefonate, con un’incertezza durata fino all’ultimo sull’esito della votazione su Ilaria Loquenzi, capo della comunicazione a 5 Stelle alla Camera, bocciata in un voto dei deputati qualche giorno fa e riproposta da Gian Roberto Casaleggio all’assemblea del gruppo. Una seconda bocciatura, spiega un dirigente, sarebbe stata «come la caduta di un meteorite sui 5 Stelle». Ma Casaleggio e Grillo, con l’aiuto del Direttivo, hanno fatto sì che non accadesse. Hanno scritto una dura lettera al direttivo per ribadire che la titolarità delle scelte sulla Comunicazione spetta a loro e nessun altro e blindare la Loquenzi. I deputati, hanno spiegato, non devono fare altro che ratificare le nostre scelte. E così, all’assemblea serale, durata fino a tardi, i 5 Stelle si apprestavano a votare a favore della Loquenzi, sconfessando il voto precedente.
Per arrivare a quest’esito, da Milano è stato fatto filtrare di tutto. Che la lista nera dei no era ben nota alla Casaleggio associati e se ne sarebbe tenuto conto al momento delle prossime candidature. Che un altro no avrebbe comportato la violazione del codice di comportamento, La Lega di Varese espelle Marco Reguzzoni. Già presidente della Provincia di Varese e capogruppo del Carroccio alla Camera, fu tra i protagonisti del braccio di ferro tra bossiani e maroniani che culminò con le dimissioni dello stesso Bossi. La decisione, di cui l’interessato si è detto «sorpreso», nasce dal suo ruolo nel lancio del movimento dei «Repubblicani». Il provvedimento sarà vagliato dal comitato di garanzia leghista. che assegna a Grillo e Casaleggio il ruolo di scegliere i capi della Comunicazione. E la violazione significa avvio di un procedimento disciplinare e rischio espulsione.
Anche per questo chi è restato della sua idea ha preferito disertare l’assemblea. Perché i malumori non sono spariti nel corso di una serata. Restano tutti i motivi del voto contrario alla Loquenzi: antipatie personale, considerazioni organizzative, frustrazione, rivolta contro i soliti noti in tv. Ma il voto era anche e soprattutto un segnale: contro Milano e Genova, Casaleggio e Grillo. Considerati ancora troppo invadenti.
Vista la situazione, i due leader hanno scelto la linea dura. Una decisione, e una lettera, senza precedenti, per riaffermare un potere che traballa. Che la comunicazione sia un punto dolente dei 5 Stelle è confermato dalle vicissitudini subite in passato da Caris Vanghetti, Nicola Biondo e Claudio Messora. Quest’ultimo, ad assemblea in corso, si toglie un sassolino dalla scarpa: «Sono contento che i 5 Stelle ora tutelino i lavoratori. Non è stato così per i 20 mandati via da Bruxelles dopo soli due mesi».
La settimana scorsa solo 43 deputati avevano preso parte al voto sulla Loquenzi: 26 si erano espressi contro al suo operato e 17 a favore.