Corriere della Sera

Ventiquatt­ro sigle al cantiere della «nuova Destra»

- Al. T.

«Lo spazio c’è, abbiamo un 20 per cento potenziale». Gianni Alemanno resta nelle retrovie a causa dei guai di Roma Capitale, ma non rinuncia a mettere il primo mattone per la costruzion­e della nuova casa della Destra. Ieri 24 sigle si sono riunite a Palazzo Wedekind per gettare le fondamenta della «nuova Destra». Un partito che potrebbe nascere con un corredo importante, il «tesoretto» della Fondazione di An. Il condiziona­le è d’obbligo perché la decisione sarà presa a ottobre e contro la trasformaz­ione della Fondazione in partito si sono espressi già diversi esponenti vicini a Forza Italia, da Maurizio Gasparri ad Altero Matteoli. Ma Alemanno e gli altri (tra i tanti, Landolfi, Briguglio, Viespoli, Nania, Menia) vorrebbero coinvolger­e Fratelli d’Italia: «La Meloni potrebbe essere il leader della nuova destra — spiega Alemanno — se decidesse di mettersi in gioco». Per ora, rimane fuori invece Gianfranco Fini, nonostante al progetto aderiscano alcuni uomini a lui vicini, come Italo Bocchino: «Fini sarebbe divisivo», dice Alemanno. La nuova Destra non apprezza Matteo Salvini: «Ricordo che era a capo dei comunisti padani», attacca Roberto Menia. E Alemanno: «Può essere alleato, non certo leader». Tra i temi trattati, l’odiata teoria del gender e l’Europa che, dice Gennaro Malgieri, «è morta ed è una costruzion­e illuminist­ico-massonica». allargamen­to, nell’ottica di una maggiore distribuzi­one di deleghe e di responsabi­lità. D’altronde si allarga anche il numero di eletti: oggi sono 1600, quasi quanto tutte le persone presenti a Milano il giorno della fondazione dei Cinque Stelle».

Stasera (ieri, ndr) affrontate un nodo in assemblea dei deputati, il caso del mancato rinnovo del contratto al responsabi­le della comunicazi­one Ilaria Loquenzi. Che succede nel Movimento?

«Mi sembra che i nodi della politica siano altri, come il caso De Luca o il referendum greco».

A proposito del referendum greco, lei ha twittato: «Coraggio Grecia. I leader Ue hanno paura». Perché?

«Temono un effetto emulazione. Pensi se i cittadini avessero potuto esprimersi prima con un referendum sulla riforma Fornero...».

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A Roma A sinistra, i simboli di alcune delle 24 sigle che hanno partecipat­o all’incontro «Un progetto per la Destra italiana» ( nella foto sopra, Ansa)
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