Corriere della Sera

Giardiello: così entrai dal metal detector

Claudio Giardiello, l’imprendito­re che il 9 aprile ha sparato in Aula al Palazzo di Giustizia di Milano uccidendo tre persone

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Ha pianto, ha chiesto scusa e ha risposto a tutte le domande dei magistrati che lo hanno interrogat­o. In totale ha parlato per oltre quattro ore, provando a spiegare il suo gesto. Claudio Giardiello non si è sottratto alle domande del Procurator­e di Brescia Tommaso Buonanno e a quelle del sostituto procurator­e Isabella Samek Ludovici che indagano sulla strage al tribunale del 9 aprile scorso quando Giardiello, imprendito­re alle prese con un fallimento, è entrato con una pistola al Palazzo di Giustizia di Milano e ha ucciso tre persone. L’uomo ha precisato che non aveva preventiva­to di ammazzare e che quella mattina voleva farla finita in casa ma non ne aveva avuto il coraggio. Poi ha varcato l’ingresso di San Barnaba del tribunale — passando sotto il metal detector — con la pistola nella borsa. «Non posso dire se il metal detector è suonato, perché c’è un’inchiesta in corso, ma qualcosa non è andata come doveva» ha spiegato il legale, Andrea Dondè. A far esplodere Giardiello nell’aula del suo processo per bancarotta sarebbe stato l’alterco con il suo avvocato: «Non ho capito più niente e ho sparato a simboli di un sistema che mi aveva fatto tutti quei torti». «Giardiello ha risposto a tutte le domande compreso il tragitto», ha rivelato il legale. E ora? «La sensazione è che sarà chiesto il giudizio immediato», ha spiegato Dondè che si è detto pronto a chiedere il processo con rito abbreviato condiziona­to a una perizia psichiatri­ca. Bocche cucite invece sull’interrogat­orio negli uffici della Procura di Brescia.

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