Il killer preso dopo 24 anni grazie al Dna
Il corpo di Francesco Della Volpe ( sopra) fu trovato il 1 luglio 1991 a Montescudaio, vicino a Cecina in un fosso, con il cranio fracassato
Le tracce dell’assassino c’erano, le tecnologie per scoprirle no. Ma oggi, 24 anni dopo, la soluzione del delitto sembra essere vicina. E l’analisi del Dna su vecchi reperti ha dato un possibile nome all’omicida di Francesco Della Volpe, muratore di 45 anni, massacrato a martellate in un bosco di Casagiustri a Montescudaio, colline toscane tra le province di Livorno e di Pisa. In carcere è finito il cognato dell’uomo, Ernesto Fiumicello, 60 anni. Che sia lui il responsabile di uno dei più clamorosi «cold-case» degli ultimi anni in Toscana sarà un processo a stabilirlo, anche se le prove, dopo le analisi dei Ris di Roma, sono schiaccianti. Già lo scorso anno la Procura aveva chiesto il suo arresto, ma il gip aveva ritenuto insufficienti le prove. Poi, sono arrivate nuove analisi su altri reperti. Gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Fiorenza Marrara, hanno trovato anche altre tracce biologiche sulla scena dell’omicidio non riconducibili al Fiumicello e sono convinti che possano appartenere a un complice del presunto assassino: lo chiamano «Anonimo 2». Si cerca tra familiari e amici delle famiglie della vittima e dell’ex moglie, Carmela Granata, 58 anni, indagata come mandante morale dell’omicidio. Il delitto sarebbe maturato dopo la volontà del fratello della donna, vittima di maltrattamenti, di dare una lezione a Francesco Della Volpe. Secondo il pm fu la moglie della vittima a chiederlo al fratello dopo essere stata picchiata selvaggiamente per l’ultima volta.