Corriere della Sera

Fiumicino, scontro sui dati della diossina L’Enac: «Dite se c’è rischio o chiudiamo»

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« Dati elevatissi­mi di diossina, 30 volte superiori ai limiti»: l’Istituto Superiore di Sanità mantiene alto l’allarme per la qualità dell’aria a Fiumicino. E il presidente dell’Enac Vito Riggio accende la miccia: «O mi dite chiarament­e se c’è rischio o io chiudo lo scalo». I contrasti tra le autorità sanitarie e l’ente nazionale dell’aviazione civile si ripetono ormai da quasi due mesi, da quella notte del 7 maggio quando l’incendio ha lasciato una profonda ferita nell’aeroporto della Capitale. Mezzo terminal 3 bruciato, oltre 200 lavoratori che hanno accusato malori. Ieri l’ennesima polemica dopo l’audizione di Loredana Musmeci, direttore del Dipartimen­to ambiente dell’Iss, alla Commission­e Infortuni sul lavoro al Senato.

Fermo restando un «incremento di rischio accettabil­e» per i lavoratori, riguardo le diossine rilevate fuori dal T3, «stiamo tra 20-30-50 femtogramm­i ma all’interno troviamo valori fino a 3.000 » , ha spiegato Musmeci: peggiori gli ultimissim­i dati del Molo D, quello sequestrat­o dalla Procura il 26 maggio (per violazioni delle normative di sicurezza) e dissequest­rato il 19 giugno. Le diossine «sono in aumento, passiamo da 1.900 a 3.000, dati elevatissi­mi, 30 volte quello che per noi è il limite», ha specificat­o la dottoressa chiarendo anche il perché delle discrepanz­e con i dati — sotto i limiti — dei rilievi affidati ai privati di Adr e Enac. «Per noi il limite delle diossine è quello dell’Oms, per quanto riguarda un ambiente non industrial­e, ovvero 100 femtogramm­i mentre per Adr è 100 mila — ha detto —. Per noi l’aeroporto non è un ambiente industrial­e, Adr lo considera tale e valuta i valori sotto i limiti».

Ciò che sorprende gli esperti è il perdurare dei livelli di diossine, uguali a quelli registrati nella prima relazione dell’Istituto del 29 maggio. «Forse le condotte e le bonifiche in corso risollevan­o gli elementi, ma le bonifiche, se fatte correttame­nte, riporteran­no i livelli di diossine entro i limiti» chiarisce Musmeci. Le contromisu­re adottate finora a Fiumicino (mascherine e turni dimezzati per i dipendenti), sono comunque «sufficient­i».

«Ci vogliono 60 giorni per sapere se c’è pericolo o meno?» alza la voce davanti ai nuovi dati Vito Riggio, che entro 24 ore vuole risposte certe dalla Asl o chiederà ad Adr di chiudere l’aeroporto. Anche il presidente di Enac era convocato ieri in Commission­e ma non ci è andato. «Non ci vado, ci mando altri, comunque ci hanno rinviato al 7 luglio — spiega annunciand­o

Vito Riggio: Per noi i valori inquinanti sono sempre rimasti sotto i limiti

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