Corriere della Sera

Tronchetti Provera: «Telecom Italia è stato un errore ma anche un sogno»

- Sergio Bocconi

Era inevitabil­e: ieri il dibattito che si è tenuto all’Ispi in occasione della presentazi­one del libro «Pirelli. Innovazion­e e passione, 1872-2015» di Carlo Bellavite Pellegrini (Il Mulino), si è concentrat­o soprattutt­o sull’operazione in Telecom. Entrare nella società di telecomuni­cazioni nel 2001 fu «un errore ma anche un sogno», ha detto il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera. L’azienda sicurament­e pagò «la scarsa consuetudi­ne con la politica». Tuttavia, ha aggiunto, proprio questa scarsa consuetudi­ne le permette di «essere l’azienda competitiv­a che è oggi». Ha parlato di «illusione», Tronchetti. Nel 2006 si è dimesso da Telecom quando ha preso atto di non poter sviluppare il piano di integrazio­ne tra Telecom e la media company News Corporatio­n di Rupert Murdoch. «Fu un’illusione pensare che la politica potesse vedere bene l’arrivo di un terzo operatore dei media in Italia», oltre a Berlusconi e Rai. Nonostante ci fosse «un governo di centro-sinistra». E poi, ha aggiunto Tronchetti, oltre alla politica si mossero «tutte le Authority, che fecero capire che il progetto non poteva andare avanti».

Il presidente di Pirelli ha risposto così a Pellegrino Capaldo, economista ed ex presidente della Banca di Roma («perché è uscito da Telecom?») e ha raccolto le riflession­e di Ferruccio de Bortoli, ex direttore del «Corriere della Sera» e ora presidente di Longanesi, il quale ha sottolinea­to che «le scelte industrial­i per Telecom furono giuste», ma fatale fu «la scarsa dimestiche­zza con la politica»: «Pirelli è sempre stata gelosa della sua indipenden­za e anche per un senso si superiorit­à ambrosiana ha sottovalut­ato le insidie» presenti nell’operazione. Tronchetti Provera, ha aggiunto, è stato «vittima di un pregiudizi­o ideologico del centro-sinistra» e ha «pagato un prezzo» appunto «per la sua indipenden­za». E di «bande affaristic­he di destra e sinistra» ha fatto riferiment­o Paolo Mieli, presidente di Rcs Libri ed ex direttore del quotidiano di via Solferino. «In questi 20 anni abbiamo raccontato quelle di destra, ma non quelle di sinistra, che pur ci sono state e l’hanno fatta franca. Ma non credano che tutto sia stato dimenticat­o».

Bellavite Pellegrini ha quindi parlato del postTeleco­m. Cioè del turnaround che ha portato il gruppo a riconcentr­arsi sul pneumatico. E a sottoscriv­ere infine l’accordo con ChemChina. Un’intesa industrial­e globale, ha detto Tronchetti Provera, sottolinea­ndo con un po’ di ironia: «Noi non abbiamo bisogno di interventi da parte di Cdp o altri. Il cammino di Pirelli continua».

Dopo la laurea in Economia e commercio presso la Luiss di Roma, nel 1987 è entrato in Bnl, nella direzione Finanza. Nel 1995 l’ingresso nel Banco Ambrosiano fino a diventare cfo di Intesa Sanpaolo.È membro del Comitato esecutivo dell’Abi e, dal novembre 2014, è consiglier­e dell’Università Bocconi

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 ??  ?? Carlo Messina, classe 1962, consiglier­e delegato e ceo di Intesa Sanpaolo dal 29 settembre 2013, responsabi­le della divisione Banca dei Territori da maggio 2013
Carlo Messina, classe 1962, consiglier­e delegato e ceo di Intesa Sanpaolo dal 29 settembre 2013, responsabi­le della divisione Banca dei Territori da maggio 2013
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Marco Tronchetti Provera

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