Da Qia a Klepierre, la corsa alle infrastrutture italiane
(f.ta.) L’ultimo segnale d’interesse per Grandi stazioni è di Clessidra, il fondo di private equity guidato da Claudio Sposito ( foto). «È un asset interessante, una bella azienda», ha confermato ieri alla Reuters. L’operazione è ancora nella fase iniziale, ma l’elenco degli investitori interessati è già lungo. In prima fila ci sono fondi sovrani (come l’Abu Dhabi investment authority, il Qia del Qatar, il Gic di Singapore), fondi di private equity (Cvc, Cinven, Bain, Blackstone, Antin infrastructure partners, il francese Ardian, l’americano Lone Star) e società internazionali della grande distribuzione (la francese Klepierre e la francoolandese Unibail Rodamco). È l’ultima conferma che è cominciata una nuova stagione, quella dell’interesse verso grandi infrastrutture in Italia. Fino a non molto tempo fa era difficile trovare un compratore. Oggi c’è la fila. Un altro esempio è la società a cui fa capo il tratto autostradale Brescia-Padova. Anche in questo caso la procedura per la vendita deve ancora cominciare. Nonostante ciò si sono fatti avanti gli spagnoli di Abertis, il gruppo Toto, la Atlantia dei Benetton, F2i, gli australiani di Macquaire (che hanno come riferimento l’ex amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti), il gruppo Marchi della Save di Venezia. Chi l’avrebbe mai detto? Diversi fattori spiegano l’inversione di tendenza. Il Paese, nonostante tutto, ha recuperato credibilità. In più si è aggiunto il forte calo dell’euro rispetto al dollaro americano. Gli investimenti nelle infrastrutture hanno il vantaggio di essere garantiti dal valore dell’opera sottostante e di dare meno grane rispetto agli asset industriali, che richiedono l’impegno diretto nella gestione di aziende e dipendenti. Così la caccia alle infrastrutture è cominciata. Sempre Macquaire è pronta a investire fino a 1 miliardo di euro, circa la stessa somma a disposizione del fondo londinese Arcus, specializzato nelle infrastrutture. Una prima verifica sarà proprio l’operazione Grandi stazioni, che ieri ha avuto via libera dal consiglio di amministrazione con la scissione in Grandi stazioni rail (infrastrutture e investimenti), Grandi stazioni immobiliari (valorizzazione degli immobili), Grandi stazioni retail (attività commerciali). La chiusura dell’intero piano di vendita è prevista entro fine 2015. Gli azionisti attuali sono Edizione dei Benetton, Pirelli e Vianini lavori del gruppo Caltagirone. Chi l’avrebbe mai detto. Fino a poco tempo fa gli investimenti in società d’infrastrutture.