Il senso dell’accoglienza Lo scontrino viene dopo
Chi ha detto che valori e profitto non possono andare d’accordo? La riviera emiliano-romagnola dimostra che sì, tout se tient, come direbbero i francesi. In epoca di individualismo sfrenato, con la crisi che fomenta la guerra di tutti contro tutti, gli stabilimenti balneari della riviera sono un baluardo della civiltà occidentale: niente recinti, ogni servizio aperto a tutti. Molto spesso gratis, dai giochi per i bambini alla doccia calda. «Scusi, vorrei un ombrellone, due lettini vicino alla passerella. Quanto costa?». Dodici euro e 80 al giorno. Ma adesso non si preoccupi, regoli pure il conto quando deciderà di partire». Accolto così, il turista spesso resta volentieri qualche giorno in più. E che dire dello street food? Prima degli americani l’hanno inventato i romagnoli. Piada squacquerone e rucola, quattro euro e mezzo. Primo comandamento: accogliere. Lo scontrino viene dopo. Alla fine il modello paga. Per il turista ( termine in realtà fuori luogo, qui ci sono solo ospiti). E per albergatori e ristoratori se è vero che il turismo della riviera vale 7,9 miliardi l’anno dei dieci fatturati in tutta la Regione. Sia chiaro: la libertà in Romagna non è mai anarchia. Regole svizzere, tolleranza svedese, creatività mediterranea: questo è il mix che convince la gente a tornare. E permette alle famiglie di vivere gomito a gomito con le tribù del sabato sera negli stessi alberghi a gestione familiare. Pazienza, poi, se il mare non è granché. La prova del nove si ebbe alla fine degli anni 80, l’epoca delle mucillagini. Se al posto del mare – che ora è pulito – qui ci fosse uno scenario di cartapesta con onde e cavalloni, tutto girerebbe lo stesso. L’Italia vuol puntare sul turismo? Raccogliete idee dal Lido di Volano a Gabicce. Qualche bella intuizione verrà fuori di sicuro.
«Devo essere sincero? Io la ricetta non la so. Vado sul palco o in tv e cerco di essere me stesso. So solo che ho sempre sognato di fare quello che sto facendo e che la musica che suono è un vestito perfetto per me, non devo fingere».
Di fronte a questa disarmante sincerità non resta che arrendersi e prendere atto della spontaneità emiliana di Paolo Belli, uno che rimane sempre uguale a se stesso, sia che suoni con Milly Carlucci su Rai Uno a «Ballando con le stelle», sia che improvvisi di fronte a centinaia di persone nelle arene o in piazza, come succederà venerdì sera in piazza Primo Maggio a Cattolica (ore 21.30) nell’ambito della Notte Rosa.
Qui farà tappa con il suo tour «A me mi piace lo Swing (…e sottolineo a me mi)» accompagnato dalla sua Big Band e «da un ospite locale molto famoso, ma di più non voglio dire. Qua in Riviera ho tantissimi amici — rivela — e il concerto sarà difficile. Se ti esibisci di fronte a persone che non conosci devi solo pensare al lavoro che stai facendo. Con i conoscenti è tutta un’altra cosa: il live diventa un esame e la sufficienza non basta, devi prendere 110 e lode».
Al di là delle aspettative, Belli è un artista che ha dimostrato, e dimostra tuttora, di divertirsi e di essere a suo agio in tutte le cornici, dalla festa dei lavoratori in piazza San
Paolo Belli Il cantante emiliano da «Ballando con le stelle» al pubblico del suo tour «La Romagna? È funky»