Corriere della Sera

UN DUELLO FRANCO-INGLESE SULLE SPONDE DEL NILO

- Risponde Sergio Romano

La pace europea è frutto della Cee. Non si dimentichi­no le due guerre mondiali e i milioni di morti. Anche i rapporti tra gli alleati sono stati lontani dall’essere sempre idilliaci. Mi riferisco, come esempio, all’incidente di Fashoda, scontro tra le politiche coloniali di Francia e Gran Bretagna scoppiato nel 1898. Siccome la vicenda è poco nota, la potrebbe descrivere e commentare? Eleuterio Pispoli eleuterio.pispoli@tiscali.it

FCaro Pispoli, ashoda appartiene soltanto in parte alla storia dei rapporti anglo-francesi. Il grande libro, di cui quell’episodio rappresent­a uno dei capitoli più pittoresch­i, è quello che racconta la spartizion­e dell’Africa, soprattutt­o nella seconda metà dell’Ottocento.

Quando le maggiori potenze si riunirono a Berlino nel 1884, le dimensioni assunte dal fenomeno coloniale esigevano ormai una sorta di codice collettivo. Sotto la presidenza di Bismarck, fu deciso che gli Stati europei e gli Stati Uniti si sarebbero ispirati agli stessi principi economici, umanitari e giuridici: abolizione della schiavitù e della tratta, libertà di commercio e navigazion­e sui grandi fiumi, criteri per la rivendicaz­ione di un territorio conquistat­o o acquistato. L’accordo fu utile, ma lasciava pur sempre larghi spazi alle iniziative individual­i di esplorator­i, avventurie­ri, missionari, militari e poeti (come Arthur Rimbaud), instancabi­lmente alla ricerca di sfide, denaro e gloria.

Uno di questi fu il capitano francese Jean-Baptiste Marchand. Dopo avere lungamente predicato il colonialis­mo nei salotti e nelle anticamere ministeria­li di Parigi, Marchand riuscì finalmente a convincere i suoi interlocut­ori che la Francia aveva il diritto di contendere alla Gran Bretagna il controllo delle terre fra il bacino del Congo e il bacino del Nilo. Il governo gli dette una mano e gli permise di organizzar­e una sorta di carovana composta da soldati indigeni (120), alcuni ufficiali, impiegati civili, medici, interpreti, vettovagli­e per i membri della spedizione e regali per le tribù locali. Il viaggio cominciò sulle coste dell’Atlantico e si concluse nel luglio del 1898, dopo 4.500 chilometri, in una località chiamata Fashoda, crocevia per le carovane che provenivan­o da Gibuti, sul Mar Rosso, e quelle che scendevano dall’Egitto. Appena arrivato, Marchand prese possesso della regione in nome della Repubblica, alzò il tricolore francese e si preparò a firmare i soliti trattati di amicizia con cui le potenze coloniali prendevano possesso di nuove terre. Il capitano francese, tuttavia, aveva trascurato la presenza nella regione di un corpo militare britannico, comandato dal generale Kitchener, che aveva appena regolato i conti con i seguaci del Mahdi (una sorta di profeta islamico) e vendicato la morte del generale Gordon, ucciso a Khartoum tre anni prima. Kitchener intimò a Marchand di andarsene, il francese resistette e cominciò così un duello fortunatam­ente incruento che ebbe effetto di attizzare il fuoco dei rispettivi patriottis­mi in Francia e in Gran Bretagna. La crisi terminò quando un nuovo ministro degli Esteri francese spiegò ai suoi colleghi che la rottura delle relazioni con la Gran Bretagna avrebbe reso la Francia più debole di fronte alla Germania. Qualche mese dopo i due governi si accordaron­o per la spartizion­e della regione del Congo e del Nilo. I termini dell’accordo favorirono Londra, ma crearono le premesse di un altro accordo (l’Intesa cordiale) che Francia e Gran Bretagna avrebbero concluso nel 1904.

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