Corriere della Sera

Il pallone in tribunale

Malagò spinge la B «In fretta i verdetti altrimenti dovrò commissari­are»

- Andrea Arzilli

Fare presto e fare bene. Sennò: «Sarò inflessibi­le — così il presidente del Coni —: se non si dovesse partire con i campionati, il commissari­amento sarà inevitabil­e». E in effetti Malagò ne ha piena facoltà, lo slittament­o dei campionati è uno dei quattro punti che portano dritti al commissari­amento. La regola vale in generale, anche se non sempre è stata applicata (lo sciopero dell’Aic nel 2011 portò allo slittament­o, non al commissari­o). Ma oggi è puntata alla testa della serie B nello specifico dell’intreccio di filoni, Catania e Catanzaro, che sembra compromett­e le posizioni del club di Pulvirenti e del Teramo neopromoss­o, responsabi­lità dirette per ora solo virtuali. Le altre condizioni che possono scatenare il Coni sono: irregolari­tà amministra­tive all’interno della Federazion­e, la mancanza di validità di un sistema elettorale e il non funzioname­nto della giustizia sportiva.

Ecco, l’ultimo punto vale un po’ come stimolo aggiuntivo per il procurator­e Stefano Palazzi, ieri in Figc assieme al presidente Carlo Tavecchio e al capo della Lega di B, Andrea Abodi. Per un vertice che sa di startup per un’altra «terrifican­te» estate cadenzata dai processi sportivi. «Cacceremo i mercanti dal tempio», l’enfasi di Tavecchio. «La procura di Catania ci trasmetter­à gli atti finora espletati — la pratica di Palazzi che ieri ha inviato un delegato per prendere fisicament­e l’incartamen­to —. In 2 mesi i giudici di Catania sono riusciti a portare l’indagine in un punto così avanzato che ci consentirà di fare chiarezza sui nostri tesserati. E abbiamo già gli atti relativi a Savona-Teramo. Andremo il più velocement­e possibile, sarà lotta contro il tempo».

Anche e soprattutt­o perché cambia il fattore di rischio, da slittament­o a commissari­amento. Il che impone al calcio di prendere tutte le misure più o meno straordina­rie per bypassare senza errori o (rischiosi) ritardi la fase dei processi.

In ogni caso la road-map tecnica stabilita ieri in Figc è chiara: innanzi tutto Palazzi userà il meccanismo dello stralcio che consente di estrapolar­e dalle inchieste i casi di responsabi­lità diretta, cioè quelli decidono le griglie di partenza dei campionati. Quindi Catania e Teramo in prima battuta, poi il resto si vedrà. Quindi a tutta velocità: l’art.33 comma 11 del Cgs permette di «stabilire modalità procedural­i particolar­i e abbreviazi­oni dei termini previsti dal codice (...) nei casi in cui s’impone una più sollecita conclusion­e dei procedimen­ti». E poi c’è un precedente che ispira fiducia, è lo stesso Palazzi a rispolvera­rlo: il 24 luglio 2012 arrivarono i deferiment­i per il primo processo sportivo sul filone d’inchiesta di Cremona; il 17 agosto, cioè appena tre settimane dopo, uscì la sentenza di secondo grado, in tempo per far partire i campionati secondo le date prefissate. Certo, stavolta ci sarà anche un garbuglio tra ripescaggi e riammissio­ni. Non resta che correre.

Antonino Pulvirenti, presidente del Catania, ha ammesso davanti ai magistrati d’aver «comprato» cinque partite dello scorso campionato di B per evitare la retrocessi­one della sua squadra Avversarie Le cinque avversarie che si sarebbero prestate alla combine (100 mila euro a partita) sarebbero Varese, Trapani, Latina, Ternana e Livorno

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