Corriere della Sera

L’unico diritto possibile è quello di saper aspettare

- Di Mario Sconcerti

Q

uella di Conte con la giustizia è una situazione molto imbarazzan­te per il nostro calcio, ma sarebbe ancora più imbarazzan­te assumersi la responsabi­lità di cacciarlo. C’è chi in questi casi sente il dovere di dare le dimissioni. Non sembra il caso di Conte. Senza questa esigenza morale non si può fare a meno di tapparsi il naso e aggiungere il caso Conte ai tanti che stanno ammalando il calcio. A memoria, è il primo c.t. per cui sia stata chiesto un rinvio a giudizio, in compenso il calcio raramente è stato ineccepibi­le. Giocatori venduti e scudetti tolti sono storia di sempre. Qui c’è qualcosa di diverso. Conte è già stato condannato dalla giustizia sportiva per lo stesso caso Siena. Gli furono tolti molti mesi di squalifica dall’ultima sentenza dopo che in primo e secondo grado era stato condannato a 10 mesi. In compenso, non ha mai voluto chiedere il patteggiam­ento. Da un punto di vista sportivo, Conte non è indagabile né condannabi­le. È un tesserato che ha già scontato la pena, uno come tutti gli altri. Il rinvio a giudizio è un’aggravante scomoda ma pensabile. Scaricare ora Conte significhe­rebbe giudicarlo in anticipo attraverso un pentimento tardivo e una quantità di danni collateral­i che una società civile non merita. Lo sport ha il diritto di chiedere chiarezza, ma deve fare anche lo sforzo di credere e aspettare, è previsto da quella stessa chiarezza. Non è comunque una storia risolta, il vero caso comincia oggi. Non è detto non ci siano sorprese lungo la strada, anche a brevissima scadenza. L’isteria del popolo è destinata a crescere, la permalosit­à personale anche. Nove anni fa Il commissari­o straordina­rio della federazion­e voleva mandare a casa prima del Mondiale, poi vinto, sia Lippi sia Cannavaro, indirettam­ente toccati dallo scandalo Moggi appena esploso. Criscito tre anni fa, fu rimandato a casa dal ritiro di Coverciano per gli Europei perché aveva subito una perquisizi­one nell’ambito del calcio scommesse. Risultò non solo innocente, addirittur­a estraneo. Nel caso Conte siamo più avanti, ci sono già una condanna sportiva e una richiesta di rinvio a giudizio. Uscirne fuori non sarà semplice per nessuno, ma saper aspettare è l’unico diritto possibile.

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