Il mercato tiene in sospeso l’Italbasket
Tutti gli azzurri della Nba potrebbero cambiare squadra. E Hackett sogna gli Usa
Purché non diventi un avversario (virtuale) in più, posto che ne avremo già a bizzeffe... «Io mi auguro che per metà luglio le singole situazioni siano definite» dice Simone Pianigiani. Le situazioni sono quelle relative ai suoi azzurri di punta, nella nazionale che dal 20 luglio accenderà i motori in vista dell’Eurobasket, manifestazione-snodo anche per i Giochi. Il nemico che non si vede, invece, è il mercato della pallacanestro. Ora che è partito pure nella Nba, rischia di creare troppi pensieri nella testa di chi invece non dovrà avere distrazioni: «È importante che al via del raduno ci siano le condizioni migliori per lavorare: una di queste è sapere che tutti hanno firmato» aggiunge il c.t., pur riconoscendo ai suoi ragazzi maturità ed esperienza per gestire la propria carriera.
Ma di chi stiamo parlando? Risolta la questione Alessandro Gentile, accordatosi fino al 2018 con Milano «all’insegna di un contratto che non prevede uscite fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo della vittoria» sottolinea il suo manager Riccardo Sbezzi, dagli Usa attendono notizie Marco Belinelli, Danilo Gallinari, Gigi Datome e Andrea Bargnani. In più c’è il caso di Daniel Hackett, sganciatosi dall’orbita Armani e desideroso di trovare una maglia oltre Atlantico, anche se nel suo caso l’Europa può sempre essere una calamita. Tra vecchio e nuovo continente è in bilico pure Gigi Datome, nonostante abbia escluso l’approdo all’EA7 («Tutte cavolate» ha
Andrea Bargnani, 29 anni, 213 cm, alla seconda stagione nei New York Knicks (Reuters)
Gigi Datome, 27 anni, 203 cm, nell’ultima stagione Detroit Pistons prima e Boston Celtics poi (Afp)
Danilo Gallinari, 26 anni, 208 cm, è tornato alla grande nei Denver Nuggets dopo l’infortunio (Reuters)
Marco Belinelli, 29 anni, 196 cm, niente bis dopo il titolo Nba con i San Antonio Spurs nel 2014 (Reuters)
sparato a Radio 24). E se fosse invece Barcellona (o Istanbul, sponda Fenerbahçe) la destinazione di Gigi? Ci sta. Ma ci sta anche che Datome, se non altro per coerenza con quanto fatto fino ad oggi e nel solco di una scelta che è già stata di Marco Belinelli (quella di tenere duro), resti aggrappato alla Nba, sia che si tratti ancora dei Boston Celtics, dove è finito dopo il congedo dei Detroit Pistons, sia che la squadra cambi.
Stare alla finestra e guardare all’offerta migliore è anche il karma di Belinelli, di Bargnani e di Gallinari. Marco vorrebbe rimanere a San Antonio, il club grazie al quale è diventato il primo italiano a laurearsi campione tra i «pro». Ma gli Spurs, pur contenti di lui, hanno un problema di salary cap: per Beli potrebbe insomma essere il momento di monetizzare le due buone stagioni in Texas. Diversi invece, ma non troppo, i casi di Gallinari e di Bargnani: Danilo sembra essersi stancato dei Denver Nuggets e cerca di meglio, mentre pare che Bargnani, ammesso che non rimanga a New York, dove non tutti vogliono tirargli le pietre, insegua un contratto di un anno per poi guardarsi attorno e acchiappare un ultimo accordo «lungo», valorizzato dai maggiori introiti che i club avranno dal nuovo contratto televisivo. «Penso che più che ai soldi badino al progetto giusto» osserva Sbezzi. Quanto a Pianigiani, ha la massima fiducia nei suoi: «Ormai sono veterani: conoscono il loro valore e, soprattutto, sanno come funzionano le cose nella Nba». Ma finché non ci sarà nero su bianco per tutti, si resterà in ambasce: senza aver firmato, infatti, non si può giocare per problemi di assicurazione.