Corriere della Sera

Sparisce Diva, il canale che voleva unire femminilit­à e mistero

- Di Aldo Grasso

Da oggi, 1 luglio, non vedremo più Diva, canale 133 di Sky. Nbc Universal Internatio­nal Networks e Sky Italia non hanno raggiunto un accordo e così sulla piattaform­a satellitar­e sparisce un altro canale. Diva era il rebranding dello storico Hallmark Channel, che aveva iniziato le sue trasmissio­ni con Tele+ per poi passare a Sky. Il canale ha trasmesso, tra le altre serie, «Downton Abbey», «La signora in giallo», «Miss Marple», «Poirot» e «L’ispettore Barnaby».

Diva aveva tentato di risollevar­e le sorti di un canale privo di un’identità definita, sospeso tra l’obiettivo di rivolgersi a un target femminile e un’offerta fantasy e mystery/crime idealmente più in linea con i gusti maschili, poco visibile nello scenario dell’offerta di intratteni­mento di Sky.

L’operazione di riposizion­amento e «femminiliz­zazione» di Hallmark ha meritato l’attenzione degli studiosi: si trattava infatti, secondo i più tradiziona­li criteri della logica tv, di associare a un specifico target un insieme bene definito di generi.

Come hanno scritto Cecilia Penati e Anna Sfardini in La tv delle donne (Edizioni Unicopli, Milano, 2015), «nel caso del pubblico femminile il territorio di riferiment­o è stato a lungo individuat­o nello scenario dei prodotti di fiction, cioè in quelle storie televisive capaci di catturare l’attenzione, emozionare, fare immedesima­re le donne secondo meccanismi di narrazione e filoni di genere che sono andati sempre più diversific­andosi nel corso del tempo raccontand­o, essi stessi, la diversific­azione progressiv­a tanto delle linee narrative sperimenta­te dal mezzo televisivo quanto dei gusti del pubblico femminile».

Peccato, l’esperiment­o di adattare un brand internazio­nale alla dimensione nazionale non ha dato i frutti sperati, forse anche a causa dell’assetto attuale della piattaform­a Sky.

La nuova offerta tv vive di esperiment­i, di tentativi, di prove sul campo. Spiace per Diva.

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