Il giallo della frase choc su Lucia Borsellino
Il governatore siciliano Crocetta tirato in ballo per una intercettazione. I pm: non esiste
Matteo Tutino, primario a Palermo, intercettato mentre parla con il governatore siciliano Rosario Crocetta: «Lucia Borsellino va fatta fuori. Come suo padre». Crocetta tace. La frase rivelata dal settimanale L’Espresso. La Procura: «La telefonata non è agli atti». Il governatore in lacrime: «Mi hanno distrutto». La reazione di Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso 23 anni fa: «Provo vergogna per tutti loro».
Ore 10, ieri mattina, un tornado politico e giudiziario investe la Sicilia. Il governatore Crocetta pare travolto da una frase che ascolta al telefono sulla figlia del giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992. Frase intercettata nel corso di un’indagine, scrive il settimanale L’Espresso. Intervengono, al fianco di Lucia Borsellino, tutte le più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica al capo del governo. Il Pd prende le distanze da Crocetta, prepara la sua uscita di scena. Fino a quando, nel pomeriggio, la Procura di Palermo smentisce che la telefonata sia contenuta fra le intercettazioni in suo possesso. L’Espresso conferma tutto: «I nostri collaboratori da Palermo, Piero Messina e Maurizio Zoppi, hanno ascoltato personalmente la telefonata», dice il caporedattore centrale Gigi Riva. Il caso resta in piedi, alcune reazioni politiche si attenuano.
Ore 10, ieri mattina. L’Espresso diffonde un’anticipazione del numero in edicola oggi. In un’intercettazione legata all’inchiesta sulla clinica Villa Sofia di Palermo, il chirurgo Matteo Tutino (ora agli arresti per truffa, falso e peculato), parla di Lucia, assessore alla Sanità, figlia di Paolo Borsellino: «La Borsellino va fermata, fatta fuori, come suo padre». Dall’altro capo del filo c’è Rosario Crocetta (Tutino è un suo amico e il suo medico). Crocetta non replica nulla. Una miccia accesa, veloce. Grillo lancia su Twitter #CrocettaDimettiti. Salvini, Lega Nord, invita i siciliani a «liberare l’isola». Mara Carfagna, Forza Italia, vuole che Renzi pretenda da Crocetta le dimissioni. Renzi — secondo le fonti di Palazzo Chigi — fa a Lucia Borsellino la prima telefonata della giornata, le invia «un abbraccio di solidarietà». Il Pd si muove compatto. Il capogruppo al Senato Luigi Zanda parla di «frase ributtante», la vicesegretaria Debora Serracchiani dice che «i silenzi possono fare più male delle parole». Si schiera anche Rosy Bindi. Il partito cerca una via d’uscita. E lui, il governatore che ha puntato la sua azione sull’antimafia, fin dagli anni di Gela, quando fu oggetto di gravi minacce? L’anticonformista, gay e comunista, passionale? «Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era una zona d’ombra, forse è caduta la linea. Mi sento male», dice di getto. «Se avessi sentito quella frase avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati». A mezzogiorno afferma: «Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa?». Prima delle 14: «Mi autosospendo da presidente della Regione». L‘istituto dell’autospensione però non esiste nello Statuto siciliano, solo dimissioni e ritorno alle urne.
Lucia Borsellino era assessore alla Sanità della giunta Crocetta, fin dall’inizio: simbolo di legalità. Pochi giorni fa si è dimessa, proprio dopo l’arresto del medico Tutino . Ieri dichiara: «Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro». La chiama dal Quirinale il presidente Sergio Mattarella, le esprime solidarietà. «Parole schifose», dice il presidente del Senato, Pietro Grasso. Laura Boldrini, presidente della Camera: «Parole inaudite e deprecabili».
Intanto, si è attivata la Procura. E intorno alle 17, il procuratore Francesco Lo Voi afferma: «Agli atti dell’ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Tutino. I carabinieri del Nas hanno escluso che conversazioni simili siano contenute tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti di Tutino » . Colpo di scena. Ma L’Espresso non arretra. «La telefonata è del 2013 e fa parte dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia». Il caporedattore Riva: «La Procura dice cose vere, la telefonata non è trascritta negli atti depositati, ma omette che sia fra gi atti non depositati di un’inchiesta collegata». Aggiunge: «Perché Lucia Borsellino ha annunciato che non andrà alla commemorazione del padre? Per non trovarsi vicino a persone a lei non più gradite?».
Alcune dichiarazioni politiche mutano direzione. Lumia, Pd, sostiene che Crocetta ora «va risarcito per il danno gravissimo». Crocetta piange: «Oggi sono stato ucciso». Renzi tace e non si segnalano contatti diretti con Crocetta.
Da Mattarella a Renzi Arriva subito la solidarietà alla Borsellino da Mattarella, Grasso, Boldrini e Renzi