Corriere della Sera

Berlusconi: se mi arrestano, fate la rivoluzion­e

L’invito agli amministra­tori di FI del leader, che illustra il suo «progetto pazzo» per tornare a vincere: dal no ai processi politici all’assegno di emergenza per le casalinghe. E 20 «saggi» per formare il governo

- Tommaso Labate

«Se mi arrestano, spero che abbiate il coraggio di fare una rivoluzion­e». Dice di se stesso che, in fondo, a «fregarlo» è sempre «il senso di responsabi­lità». Altrimenti, è il sottotesto, «per me sarebbe più facile andare da un’altra parte». E quando in platea diventa chiaro il riferiment­o ai processi in corso e forse futuri («Le azioni di qualche pm potrebbero non farmi essere più libero»), l’affondo che fa salire gli applausi è pronto per essere servito. «Se succede fate la rivoluzion­e, eh?».

Dopo settimane di silenzi interrotti giusto da qualche collegamen­to telefonico e dalla gita dell’altro giorno a Expo, in cui soltanto «Casa Milan» e il processo di Bari hanno spezzato un ritmo scandito dalla quotidiani­tà di Arcore o Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi torna plasticame­nte alla testa di Forza Italia in una saletta di Montecitor­io dove va in scena l’adunata degli amministra­tori locali del partito convocati dal responsabi­le del settore, Marcello Fiori.

Il ritorno del Berlusconi «politico» inizia con una rassicuraz­ione. Per quanto all’orizzonte ci sia una coalizione costruita su misura più per la società civile che per i politici di lungo corso, l’ex premier garantisce che FI non verrà rottamata. Anzi, «solo un folle può pensare di rottamare Forza Italia». Anche se poi immagina un «progetto pazzo» al quale — dice — «sta lavorando da qualche settimana» e che prevede anche un’eventuale variante sul nome. «Una grande casa aperta della speranza, potete chiamarla come volete, L’Altra Italia o come più vi piace, l’importante è che non ci siano politici di profession­e». Poi spiega di avere pensato a un gruppo di «20 saggi che dovrà formare un governo di saggi e di persone competenti e oneste» ed elenca una serie di punti programmat­ici per «cambiare l’Italia»: «No ai processi politici e all’abuso delle intercetta­zioni, chiusura di Equitalia e assegno di emergenza per le casalinghe». La carta scoperta, che riguarda il futuro prossimo, rimanda all’alleanza con la Lega, giocata insieme alla rassicuraz­ione che «Salvini conosce i suoi limiti». Il jolly, su cui però manca il sigillo definitivo, sono i congressi provincial­i e comunali che il presidente azzurro si guarda bene dal nominare. Ma che potrebbero andare in scena dopo l’estate. Ma il tema che catalizzer­à l’attenzione dei forzisti prima del rompete le righe è la riapertura di un dibattito sull’Italicum. «Questa legge», dice sicuro Berlusconi, «subirà dei cambiament­i». Anche perché, e l’ex premier lo dice per solleticar­e gli appetiti di un uditorio eletto a suon di preferenze, «il sistema dei capilista è ingiusto e ci batteremo per le preferenze». Chi lo conosce sa che le preferenze non gli sono mai piaciute. Ma una trattativa sull’Italicum, in cambio di qualche sostegno alle riforme renziane che non implichi «alcun ritorno al Nazareno», può aprirsi. Nel caso, la richiesta di FI riguardere­bbe il ritorno al premio di coalizione (invece che alla lista) o l’inseriment­o al secondo turno della possibilit­à di apparentam­ento tra liste diverse. Due misure che consentire­bbero al tandem FI-Lega di correre comodament­e separati.

Si distrae quando vede entrare in sala la senatrice Anna Maria Bernini. «Ho perso il filo del discorso perché quando vedo una bella donna lo perdo sempre…». E, chiosa, «me ne vanto».

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(Benvegnù-Guaitoli) A Montecitor­io Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ieri all’assemblea degli amministra­tori locali azzurri

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