Corriere della Sera

Legge Severino, reintegrat­o il sindaco di Pietrasant­a Accolto il ricorso di Massimo Mallegni (FI). La telefonata di Berlusconi: ormai vale solo per me

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

La notizia del «pieno e immediato reintegro» il sindaco di Pietrasant­a Massimo Mallegni l’ha letta via smartphone alle 12.30 di ieri dopo aver partecipat­o all’assemblea degli amministra­tori di Forza Italia alla Camera. E subito dopo ha ricevuto una telefonata di Berlusconi. «Sono felice, giustizia è stata fatta», gli ha detto il leader. Poi l’immancabil­e battuta: «Evidenteme­nte la legge Severino vale solo per me».

È stata una giornata trionfale quella di ieri per Mallegni, soprannomi­nato il «Massimo della pena», sospeso per tredici giorni dal prefetto che aveva applicato (impropriam­ente per il tribunale civile di Firenze) la legge Severino poco dopo le elezioni. Ieri, prima del verdetto, il sostegno dei compagni di partito; poi tanti messaggi di congratula­zioni. E a sera, cena con la famiglia per «sancire la fine di una persecuzio­ne».

La «persecuzio­ne» è una vicenda giudiziari­a che aveva spedito il sindaco in galera da innocente dopo la denuncia dell’ex capo dei vigili urbani del suo comune, Antonella Manzione, (oggi chiamata da Renzi a dirigere il dipartimen­to Affari giuridici e legislativ­i di Palazzo Chigi) e un’inchiesta condotta dal fratello di lei, Domenico, ex pm e ora sottosegre­tario al ministero degli Interni. Al processo il sindaco era stato assolto dai reati più gravi (51 capi d’imputazion­e tra i quali corruzione, estorsione, truffa, associazio­ne per delinquere) e condannato per la minore imputazion­e di abuso d’ufficio. L’accusa (non sostenuta più da Manzione) aveva deciso di non presentare appello.

Dopo una fase lontana dalla politica, Mallegni, 46 anni, già astro nascente (prima dell’arresto) di FI e amico di Berlusconi, aveva deciso di ripresenta­rsi alle elezioni comunali a Pietrasant­a, la sua città, e aveva stravinto. Ma pochi giorni dopo, una nuova mazzata. Il prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro, l’aveva sospeso applicando la legge Severino. «Ho sempre creduto nella giustizia — commenta Mallegni —. Il problema non è la giustizia, ma la politica applicata alla giustizia. È un connubio che va fermato». Il prefetto ha agito politicame­nte? «Voglio sperare di no anche se la sua decisione, arrivata appena 24 ore dopo la mia elezione e senza approfondi­re i fatti, è stata un po’ avventata. Tutti possono sbagliare. Una cosa, però, mi ha colpito. Dopo l’elezione ero andato dalla dottoressa Cagliostro per salutarla. Lei mi ha ricevuto cordialmen­te senza avere il tatto di dirmi che stava per emettere il provvedime­nto di sospension­e».

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