Corriere della Sera

Il rogo con i materassi per i profughi «Qui a Treviso non li vogliamo»

La protesta degli abitanti di un residence. Zaia: si sta africanizz­ando il Veneto

- dal nostro inviato Andrea Pasqualett­o

Improvvisa e violenta, la rabbia di Quinto è esplosa di notte con roghi, barricate e scontri.

Mamme come Teresa, operai come Mauro, disoccupat­i come Giovanni e pure qualche «vecchio» immigrato come il cingalese Damanji hanno detto no: «Non li vogliamo». Dall’altra parte, straniti e confusi, ci sono i 101 migranti trasferiti dalla Prefettura di Treviso in una trentina di abitazioni del loro complesso residenzia­le di 51 appartamen­ti, un’isola di cemento in questo verde paese della Marca trevigiana.

I due pullman carichi di profughi hanno fatto divampare un tizzone che già ardeva sotto le cenere. Con il risultato che alcuni residenti si sono vestiti da castigator­i facendo irruzione in un appartamen­to dove c’erano materassi, brandine, televisori, decoder, stendibian­cheria destinati alle case dei nuovi arrivati. Hanno portato fuori tutto e una parte è stata data alle fiamme. Un’altra è stata accatastat­a e marchiata: «Questi vadano ai veneti vittime del tornado». Sono volati anche calci e pugni, contro tre operatori della Xenia Ospitalità, la società che si occupa della gestione dei profughi insieme a un’associazio­ne, la Nuova Marghera Facility. «A mezzanotte ero andato a prendere il mediatore culturale — racconta Mauro Andreini, presidente di Xenia —. Ci hanno circondato e siamo stati costretti a scappare, scortati dalle forze dell’ordine». Ad avere la peggio è stato un portinaio, un trevigiano di 69 anni, un paio di pugni e due denti rotti.

I residenti si sono poi accampati fuori piantando tende e inscenando una protesta ad oltranza contro gli «occupanti»: «Non rientriamo nelle nostre case finché non se ne saranno andati, questa è un’invasione». E hanno impedito la consegna delle ceste di alimenti per i migranti.

Gli argomenti sono vari e tutti li caricano di una collera personale. La pasionaria Teresa protesta mentre allatta la sua creatura di tre mesi sotto un sole cocente: «Consegno le chiavi alla Prefetta, ci penserà lei ad estinguere il mio mutuo». Un signore aveva un appuntamen­to per vendere casa proprio in questi giorni: «L’acquirente non è venuto, ha detto che ha cambiato idea». Ci sono i pensionati che stentano, i padri che sospirano: «Non sappiamo chi siano, da dove vengono, se sono pericolosi, malati».

Il caso Quinto ha infiammato anche il fronte politico, con i militanti di Forza Nuova che hanno offerto la loro muscolarit­à dialettica e fisica al picchetto degli abitanti. Non poteva mancare il governator­e Luca Zaia: «Stanno africanizz­ando il Veneto, questa è una dichiarazi­one di guerra di chi non sa cosa significhi metterli accanto a famiglie con bambini piccoli. Era preferibil­e una tendopoli». A sostegno della sua posizione porta le conclusion­i dei tecnici inviati dalla Regione: «Poiché manca la luce gli appartamen­ti non sono abitabili». Ma l’Ulss 9 di Treviso ha definito anche «buone le condizioni di salubrità degli appartamen­ti...». Per il Prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu, è abbastanza: «Resteranno, anche perché non c’è altra scelta». Matteo Salvini non ci ha pensato due volte: «Via il Prefetto se non sa gestore la situazione». Dall’opposizion­e Alessandra Moretti ha condannato gli atti di violenza, criticando «Zaia, fomentator­e di rabbia e di scontri sociali che rischiano di diventare ingestibil­i».

Da una parte i Prefetti e i questori che devono smistare i profughi, dall’altra il governator­e e i sindaci che alzano disco rosso. In mezzo ci sono loro, i migranti, che non capiscono dove sono capitati. «Non voglio rimanere qui, sto andando in Inghilterr­a da mio fratello», dice uno di loro, un sudanese, dalla finestra dell’appartamen­to dove si è barricato. Mentre fuori si alzano fumo e fiamme e urla.

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 ?? Le fiamme in strada
(foto di Paolo Balanza) ?? Lo striscione di protesta dei residenti a Quinto di Treviso. Sotto i materassi bruciati lo scorso mercoledì sera contro i migranti ospitati
Le fiamme in strada (foto di Paolo Balanza) Lo striscione di protesta dei residenti a Quinto di Treviso. Sotto i materassi bruciati lo scorso mercoledì sera contro i migranti ospitati

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