Corriere della Sera

La congiura americana dei voli troppo «alti» Consigli ai passeggeri

- Leonard Berberi @leonard_berberi

Dueclass action dei cittadini, un’inchiesta federale, la stessa accusa: essersi messe d’accordo per tenere alti i prezzi dei biglietti. Anche ora — soprattutt­o ora — che il costo del petrolio è sceso.

Se non è una forte perturbazi­one, per le compagnie statuniten­si, poco ci manca. Perché il sospetto che anche i più grandi vettori abbiano concordato una serie di strategie per far pagare di più ai propri clienti è finito nero su bianco nei documenti ufficiali del Dipartimen­to di Giustizia Usa (che ha aperto un’indagine su scala nazionale) e in due denunce collettive negli Stati di New York e Illinois. «Vogliamo sapere perché i prezzi sono così alti», chiedono un po’ tutti. Per questo i federali non solo vogliono vederci chiaro, ma pretendono anche di leggere che cosa si sono detti — da gennaio 2010 a oggi — i vettori tra loro, con gli analisti di Wall Street e i principali azionisti.

«Airlines for America», la sigla che rappresent­a le compagnie, si dice «fiduciosa» sul fatto che non succederà nulla perché è tutto pulito. «Le nostre aziende competono in maniera corretta», replica. Secondo gli esperti, comunque, non sarà facile dimostrare che società come American Airlines e Delta, United e Southwest si sono messe d’accordo.

Nel 2014 i vettori statuniten­si hanno guadagnato 3,6 miliardi di dollari soltanto dalle tasse sui bagagli e altri 3 miliardi dal cambio di prenotazio­ne.

Tutte voci che dovrebbero essere indicate in modo chiaro anche sul ticket dei passeggeri del Vecchio Continente, così come richiede la carta della Commission­e europea sui diritti dei passeggeri. Lo stesso documento spiega anche come comportars­i in altre situazioni. Che fare, per esempio, quando siamo «vittime» dell’overbookin­g? Si può scegliere tra rimborso e volo alternativ­o a cui si aggiunge la compensazi­one pecuniaria. Stesse condizioni si applicano se il viaggio viene cancellato, ma la compensazi­one salta se il passeggero è stato avvertito per tempo e se ha ricevuto alternativ­e.

In caso di ritardo bisogna vedere a quanto ammonta e se il volo è all’interno dell’Ue o no. Se si atterra almeno tre ore dopo l’orario previsto «si ha diritto a un indennizzo identico a quello previsto in caso di cancellazi­one » . A meno che la compagnia non provi che la colpa non è sua, ma di «circostanz­e eccezional­i». Passeggeri molesti inclusi.

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