Corriere della Sera

Gillo Dorfles: io sogno di divertire

- Di Stefano Bucci

Con la sua presenza Gillo Dorfles ha in pratica scandito l’intero percorso de «la Lettura». Da quando, nell’aprile 1946, chiamato da Dino Buzzati, aveva esordito sul supplement­o culturale (con un articolo sulla Trieste «sua» e di Svevo) a quando nel novembre 2011 «la Lettura» aveva ripreso vita con il «Corriere» («Mi aspetto qualche cosa di sorprenden­te e di creativo» aveva scritto). Firmando anche una delle sue copertine d’artista, la numero 15 (del 26 febbraio 2012), una strana creatura coloratiss­ima su un fondo azzurro pallido. Logico, dunque, ritrovarlo come «nume tutelare» anche de «la Lettura» che sarà. E come al solito Dorfles (che con le sue riflession­i e i suoi reportage ha tracciato dalle nostre pagine un panorama completo dell’arte contempora­nea) ha pronto anche stavolta l’ennesima sorpresa: raccontand­o il suo nuovo sogno nel cassetto, quello di scrivere un libro allegro, un libro finalmente «immaginoso e divertente», non il «solito saggio» per addetti ai lavori.

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