Gillo Dorfles: io sogno di divertire
Con la sua presenza Gillo Dorfles ha in pratica scandito l’intero percorso de «la Lettura». Da quando, nell’aprile 1946, chiamato da Dino Buzzati, aveva esordito sul supplemento culturale (con un articolo sulla Trieste «sua» e di Svevo) a quando nel novembre 2011 «la Lettura» aveva ripreso vita con il «Corriere» («Mi aspetto qualche cosa di sorprendente e di creativo» aveva scritto). Firmando anche una delle sue copertine d’artista, la numero 15 (del 26 febbraio 2012), una strana creatura coloratissima su un fondo azzurro pallido. Logico, dunque, ritrovarlo come «nume tutelare» anche de «la Lettura» che sarà. E come al solito Dorfles (che con le sue riflessioni e i suoi reportage ha tracciato dalle nostre pagine un panorama completo dell’arte contemporanea) ha pronto anche stavolta l’ennesima sorpresa: raccontando il suo nuovo sogno nel cassetto, quello di scrivere un libro allegro, un libro finalmente «immaginoso e divertente», non il «solito saggio» per addetti ai lavori.