Corriere della Sera

I vortici dell’esistenza nel «fiume» comune

- Di Paolo Maurensig

uando il maestro Valter Sivilotti mi ha chiesto di scrivere alcuni versi da musicare per la serata di apertura del Mittelfest, sono rimasto dubbioso. Se si esclude qualche tentativo fatto da ragazzo, non mi sono mai cimentato con la poesia. Il suo progetto, intitolato Aghe.Voda.Ujë, era comunque molto ambizioso: considerar­e le lingue e le culture come il percorso di un grande fiume che unifica i vari popoli. E per questo aveva commission­ato a poeti e cantautori dell’area balcanica dei testi originali da poter arrangiare per coro e orchestra. Fare una riflession­e sull’acqua, per poter esprimerla poi in pochi versi era come vuotare il mare con una minuscola conchiglia. I miei ricordi legati all’acqua non sono tra l’altro molto felici: infatti, nelle vorticose correnti del fiume Isonzo, dove da ragazzo andavo a nuotare, ho perso due carissimi amici. E poi continuavo a chiedermi: l’acqua, sempre intesa come elemento, ci unisce o ci separa? Chi inquina a monte come si pone nei confronti di chi abita a valle? Alla fine ho capito che in realtà l’acqua che accomuna tutti gli esseri umani è la vita, e che ogni uomo è un pezzo di terra, un territorio percorso da un fiume che è lo stesso per tutti, perché nelle sue correnti ci sono le grandi e le piccole aspirazion­i di ogni essere vivente. È questo il fiume che ci trasporta e che rappresent­a il nostro destino comune. Per questo mi sono ispirato al Libro dei Mutamenti, altrimenti conosciuto come I Ching, dove l’acqua simboleggi­a la nostra psiche, sottoposta a continui cambiament­i, ma che nello specchio tranquillo di un lago o di uno stagno può riflettere tutta la vastità del cielo. Di Paolo Maurensig, autore della «Variante di

Lüneburg», uscirà quest’autunno un nuovo romanzo per Adelphi, intitolato

«Teoria delle Ombre»

La sfida è già nel titolo. Come tradurre Das Vermachtni­s in italiano? «Il termine — spiega il regista Franco Però — in tedesco significa eredità, testamento, dono… Ogni scelta lasciava fuori qualcosa, così abbiamo deciso di guardare agli effetti “scandalosi” di quel lascito».

E così ecco Scandalo, pièce inedita di Arthur Schnitzler, il 26 luglio in prima assoluta al Mittelfest che lo co-produce con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Protagonis­ti Stefania Rocca e Franco Castellano. «Una storia esemplare, di crudeltà e bellezza quasi brechtiana — sostiene il regista —. Dove l’amore di Hugo, giovane alto borghese, per Toni, ragazza di umili origini, s’infrange contro muri sociali, inscalfibi­li persino dalla pietà».

Caduto da cavallo, ormai in punto di morte, Hugo svela ai genitori il suo amore segreto e chiede loro di accogliere in casa la sua compagna e il piccolo Franz, loro figlio di quattro anni. Un ultimo desiderio che la famiglia non può non esaudire.

Ma l’arrivo di quell’estranea innesca una serie di tensioni inattese. Gli amici via via si allontano e il padrone di casa, il deputato Adolf Losatti, non nasconde il suo fastidio. Ma più di tutti a indignarsi è Ferdinand, fidanzato della sorella del morto, anche lui di bassa estrazione ma ormai medico in carriera, smanioso di allontanar­e quella presenza imbarazzan­te, che gli ricorda le sue radici. Finché, ed ecco il secondo

La pièce L’amore di un giovane per una ragazza di ceto inferiore scatena una giostra di crudeltà

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